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Il papà di Chiara Gualzetti: 'Con Giulia ho rivissuto il dramma'

Il papà di Chiara Gualzetti: 'Con Giulia ho rivissuto il dramma'

L'omicidio di Chiara nel 2021: 'Mettere limiti ai cellulari'

BOLOGNA, 20 novembre 2023, 15:57

di Sara Ferrari

ANSACheck

Vincenzo Gualzetti, padre di Chiara - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vincenzo Gualzetti, padre di Chiara - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincenzo Gualzetti, padre di Chiara - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Con la storia di Giulia ho cominciato un po' a rivivere tutto quello che è stato. Chiara è scomparsa la domenica, l'abbiamo trovata il lunedì. Questo povero papà è stato sei giorni in attesa e per lui è stato più pesante. Nel tempo delle ricerche uno aspetta, magari si fa diecimila idee, si aggrappa a tutte le speranze, non vuol mai pensare ad una cosa del genere. Quando poi ti sbattono la realtà in faccia, deve essere stata una bella botta". Da padre di una vittima a padre di una vittima, Vincenzo Gualzetti parla così di quello che prova di fronte all'omicidio di Giulia Cecchettin.

Gualzetti ha perso la figlia Chiara, a 15 anni, assassinata da un amico coetaneo, il corpo abbandonato vicino a un bosco nel parco di Monteveglio, nel Bolognese, il 27 giugno 2021. Anche Chiara è stata colpita da diverse coltellate. Nei mesi scorsi Gualzetti ha perso anche la moglie Giusi, per una malattia. Lo stesso destino della madre della famiglia veneta.

"Io sto combattendo una battaglia perché si alzino le pene per i minorenni - ricorda Gualzetti - nel caso di Giulia lui probabilmente verrà condannato a una pena più seria. Quello che non sopporto è questo modo di fare degli avvocati. Gli avvocati dovrebbero comportarsi secondo giustizia. Nel mio caso c'è stata una condanna a 16 anni, non è giustizia, eppure sono andati avanti a dire che mia figlia era consenziente" nel voler morire.

E quindi "i genitori di Filippo che oggi hanno dato solidarietà alla famiglia di Giulia la dimostrassero, facendo condannare il figlio così come deve essere". Per prevenire, secondo Gualzetti, "bisogna mettere limiti di accesso per età all'uso dei cellulari, ne ho parlato con la segreteria della ministra Roccella. I social e il web propongono violenza e una mentalità per cui la donna viene trattata in una certa maniera. E poi a causa del cellulare non esiste più l'affettività tra i giovani, elimina il rapporto umano". Per questo "stiamo lavorando ad aprire un primo centro giovanile dedicato a Chiara e la regola sarà che per entrare bisogna lasciare il telefono da parte".

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