Una proposta commerciale che
nascondeva, in realtà, un tentativo di estorsione con metodi
mafiosi, a un imprenditore bolognese titolare di una ditta di
trasporti. E' quanto hanno scoperto gli investigatori della
Guardia di Finanza di Bologna che, insieme ai colleghi di
Firenze, Pistoia, Napoli e Salerno e a quelli del Servizio
Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), hanno
arrestato quattro persone, tre napoletani e un salernitano
(quest'ultimo residente nel Bolognese), raggiunti da ordinanze
di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Bologna
Sandro Pecorella, su richiesta del Pm Roberto Ceroni, della Dda.
Sono tutti indagati, in concorso tra loro, per tentata
estorsione aggravata dal cosiddetto metodo mafioso.
Nel corso dell'indagine è emerso che l'imprenditore
bolognese, titolare di un'azienda a Castel Maggiore attiva nel
settore dei trasporti e della logistica, era stato contattato
dai quattro campani che gli avrebbero proposto la cessione,
dietro pagamento, di crediti d'imposta fittizi: la vittima
avrebbe dovuto acquistare da una società, nella piena
disponibilità dei quattro, un credito Iva di circa 4,8 milioni
di euro. In questa fase, secondo i finanzieri, sarebbe emerso il
metodo mafioso, perché la proposta commerciale si sarebbe
configurata come una imposizione, con intimidazioni
all'imprenditore tali "da generare una condizione di grave
assoggettamento e omertà". Le minacce, rivolte a lui e alla sua
famiglia qualora non avesse accettato la 'proposta', sarebbero
state fatte "utilizzando un linguaggio tipicamente mafioso",
anche in considerazione della vicinanza di alcuni dei quattro,
per contatti o per precedenti specifici, ad appartenenti alla
criminalità organizzata di stampo camorristico. Gli
approfondimenti sulla società in capo agli indagati hanno
confermato la natura fasulla dei crediti d'imposta proposti
all'imprenditore.
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