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Parla lo zio di Saman: 'Vidi il corpo e piansi'

Parla lo zio di Saman: 'Vidi il corpo e piansi'

'Chi uccise? Non c'ero, ma ho saputo che sono stati i genitori'

BOLOGNA, 13 marzo 2025, 19:24

Tommaso Romanin

ANSACheck
Lo zio di Saman, vidi il suo corpo tra le serre e piansi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo zio di Saman, vidi il suo corpo tra le serre e piansi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Chi ha ucciso Saman Abbas? La domanda centrale per il processo è stata posta allo zio Danish Hasnain dal suo difensore Liborio Cataliotti, nell'aula Bachelet della Corte di appello di Bologna, a metà pomeriggio e dopo un'ora di dichiarazioni dell'imputato. Risposta: "Non lo so, non c'ero, non ero lì". Ma in seguito, ha precisato poco più avanti lo stesso Danish, "ho saputo, tramite Pakistan, che sono stati i genitori a uccidere la figlia". Il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen potranno presto difendersi da queste affermazioni, se lo riterranno: entrambi hanno annunciato l'intenzione di parlare nella prossima udienza, giovedì 20 marzo.


Per la Procura di Reggio Emilia Hasnain è l'esecutore materiale dell'omicidio, per il fratello della vittima è l'uomo che prese per il collo la ragazza e la portò nell'oscurità, per i giudici di primo grado, che lo hanno condannato a 14 anni, è "compartecipe" del delitto insieme ai genitori, condannati all'ergastolo e colui che ne ha soppresso il cadavere. Di certo Danish sapeva dove la ragazza è stata sepolta: a novembre 2022 è stata la sua indicazione a consentire agli inquirenti di ritrovarla, dopo un anno e mezzo di ricerche vane.


Aiutato da un interprete, alternando discorsi in lingua pachistana ad altri in un italiano confuso e dal contenuto non sempre lineare, Danish, ascoltata la testimonianza del fratello di Saman, che lo ha nuovamente accusato, ha voluto dare la sua versione alla Corte di assise di appello, in diverse parti coincidente con quello che aveva detto in passato, con alcuni elementi di novità. La sera del 30 aprile 2021, ha spiegato, stava dormendo quando arrivarono a svegliarlo Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijiaz, i due cugini di Saman imputati e assolti in primo grado, dicendo che "c'era stato un casino". A quel punto Danish sarebbe andato con loro verso la vicina casa degli Abbas. "Arrivammo tra la sesta e la settima serra - ha raccontato - e lì, nello stradello, c'era il corpo di Saman.
Iniziai a piangere e dissi: cosa ha combinato mio fratello! (Shabbar, ndr). Avevamo paura e non sapevamo cosa fare. Quindi presi il corpo di Saman tra le mie mani, camminai verso la casa degli Abbas, ma i due cugini mi fermarono. Poi sono svenuto".


"I due cugini imputati mi buttarono dell'acqua per svegliarmi e io iniziai a dire parolacce contro mio fratello", ha aggiunto, precisando che Nomanhulaq e Ijaz gli dissero di prendersi lui la colpa e "di non mettere di mezzo la donna della famiglia", la madre di Saman, ma di risolvere la vicenda "tra uomini". Sempre i due cugini, ha aggiunto Danish, presero allora il corpo di Saman e insieme a lui andarono verso il luogo dove poi è stato trovato il cadavere sotterrato, un casolare vicino alla casa della famiglia a Novellara. Sarebbero stati sempre loro due e non lui a scavare la fossa. Danish, ha detto, li avrebbe solo "aiutati a pulire la terra" e avrebbe dato dei baci alla nipote morta.


Il fratello di Saman, in mattinata, aveva invece riferito che lo scavo della fossa era stata opera di tutti e tre gli imputati, zio e cugini. Dopo la scomparsa della sorella, ha testimoniato, "ho chiesto diverse volte ai cugini Ikram e Nomanhulaq e allo zio Danish dov'era mia sorella, ma ogni volta che iniziavo a piangere mi dicevano di stare zitto" finché una volta "mi hanno risposto che non me lo potevano dire, ma che non mi dovevo preoccupare perché là dov'era stava bene, che era in paradiso". 

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