BRUXELLES - Circa 3000 lavoratori del settore metallurgico hanno risposto all'appello dei sindacati industriali europei, IndustriALL Europe, manifestando a due passi dalle sedi delle istituzioni europee per chiedere politiche attive sul lavoro e strumenti per battere i rischi di deindustrializzazione. Tra gli striscioni uno con su scritto "Salvate il nostro acciaio". Alla manifestazione erano presenti diversi leader dei sindacati confederati italiani e una ampia delegazione di eurodeputati del Pd, dei Cinque stelle e di Avs.
"In Europa crescono nazionalismi e aziendalismi e a pagarne le spese sono lavoratori e lavoratrici: chiediamo stop a licenziamenti, più investimenti per garantire occupazione e redistribuzione in termini di salario", ha detto Michele De Palma, segretario generale di Fiom-Cgil, a margine della manifestazione dei lavoratori del settore metalmeccanico e chimico, in corso a Bruxelles e organizzata dal sindacato europeo dell'industria IndustriAll Europe. De Palma ha poi sottolineato che "se c'è un futuro per l'Europa, questo si dovrà fondare sul lavoro, è l'unico modo in cui può avvenire la transizione, assieme a lavoratrici e lavoratori".
Per Daniela Piras, segretaria generale di Uiltec, "c'è un forte rischio di deindustrializzazione, servono azioni immediate a salvaguardia dell'industria e dei lavoratori". Ciò che serve, secondo la sindacalista "è la neutralità tecnologica: è l'unico fattore che tiene conto dei lavoratori e delle peculiarità dei singoli paesi". "L'Europa agisca nell'interesse dei suoi stati membri, se non vengono prese in considerazione le esigenze del sistema industriale, gli unici a farne le spese sono i lavoratori", ha aggiunto Piras.
"Oggi siamo qui in piazza a Bruxelles, insieme a migliaia di lavoratori europei, per dire all'Europa di fermarsi, non si può continuare così", segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, "La Commissione deve mettere in campo interventi urgenti e concreti per gestire gli effetti della transizione ecologica perché, se si continuerà come accade da anni, avremo conseguenze devastanti, con intere filiere industriali cancellate e decine di migliaia di posti di lavoro persi", ha aggiunto.
"La transizione ecologica deve essere gestita e non può rappresentare la fine della manifattura, la messa in discussione di diritti, occupazione e dignità di milioni di lavoratori", ha detto ancora Palombella". "Le istituzioni europee lo devono capire e fermarsi finché si è in tempo, se non lo capiranno, glielo faremo capire noi in ogni modo e con ogni mezzo", ha avvertito.
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