BRUXELLES - La Commissione europea ha adottato nuove restrizioni sulle importazioni di acciaio per proteggere l'industria siderurgica europea dalla sovrapproduzione globale, accentuata dai dazi di Donald Trump che spingono grandi volumi d'acciaio verso l'Europa danneggiando il mercato continentale.
La principale modifica riguarda il tasso di liberalizzazione: scenderà dall'1% allo 0,1%, riducendo così la quantità di acciaio che può entrare senza dazi nel mercato dell'Unione europea. La maggior parte delle nuove regole - preannunciate la scorsa settimana nel piano Ue per sostenere le acciaierie continentali - sarà in vigore dal primo aprile.
Nel nuovo scudo sull'acciaio adottato dalla squadra di Ursula von der Leyen sono previsti più limiti alle importazioni per rilanciare l'industria continentale: stop dunque anche al riutilizzo delle quote inutilizzate da altri Stati - comprese quelle di Russia e Bielorussia - e al meccanismo del "riporto", che permetteva di spostare le quote non usate da un trimestre all'altro. Una modifica, quest'ultima, che varrà in particolare per le categorie di acciaio più esposte alla concorrenza esterna e con minore domanda interna.
L'obiettivo è creare spazio per i produttori europei, permettendo loro di aumentare la produzione, recuperare terreno sul mercato e rilanciare occupazione e investimenti - soprattutto nel settore dell'acciaio verde - in un momento delicato per l'intera industria siderurgica Ue, sotto forte pressione a causa della sovracapacità globale, del dumping cinese e delle crescenti barriere commerciali in mercati chiave come gli Stati Uniti. La decisione della Commissione europea segue una richiesta di revisione delle misure di salvaguardia su richiesta di 13 Paesi membri e una successiva indagine che ha confermato l'aggravarsi della situazione per il settore, tra importazioni in crescita e domanda in calo.
Le nuove regole entreranno in vigore a tappe: la maggior parte sarà operativa dal primo aprile 2025, mentre due modifiche - il rallentamento del ritmo di liberalizzazione e l'eliminazione del riporto di quote inutilizzate per alcune categorie - scatteranno il primo luglio 2025. Entro il terzo trimestre dell'anno sarà poi presentata una nuova proposta con tutele più efficaci sul lungo periodo destinate a sostituire le attuali - introdotte per la prima volta nel 2019 durante la guerra dei dazi con la prima amministrazione Trump e ora riformate - in scadenza il 30 giugno 2026.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA