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>ANSA-FOCUS/ I leader guardano a Leone XIV, 'spinga il dialogo'

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>ANSA-FOCUS/ I leader guardano a Leone XIV, 'spinga il dialogo'

Da Putin a Netanyahu,l'omaggio del mondo. Zelensky:'Ci sostenga'

BRUXELLES, 08 maggio 2025, 21:39

Redazione ANSA

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(di Michele Esposito) Dall'Ucraina a Israele, dall'Unione europea all'America Latina, un coro di congratulazioni intrise di fiducia e apertura al dialogo ha unito i leader del mondo di fronte al nuovo Papa. E in un periodo devastato dalle guerre e dalle divisioni, segnato da tensioni e nazionalismi nei quattro angoli del globo è già una notizia. In tanti, sui canali social, fanno riferimento soprattutto alla parola più pronunciata da Robert Francis Prevost nel suo discorso: pace. In nome di quella parola, è l'auspicio che arriva dai cinque continenti, il mondo potrebbe avere gli strumenti per svoltare pagina rispetto a un presente oscuro.
    Non è un caso, forse, che tra i primi ad accogliere il nuovo pontefice ci siano due leader in guerra da oltre tre anni, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. "L'Ucraina apprezza profondamente la posizione coerente della Santa Sede.
    Auspichiamo il continuo sostegno morale e spirituale del Vaticano agli sforzi dell'Ucraina per ripristinare la giustizia e raggiungere una pace duratura", ha twittato il presidente ucraino. "Sono fiducioso che il dialogo costruttivo e l'interazione instaurati tra Russia e Vaticano continueranno a svilupparsi sulla base dei valori cristiani che ci uniscono", il messaggio dello Zar. La guerra in Ucraina sarà certamente uno dei dossier più delicati che Leone XIV avrà di fronte sin dalle prossime ore. Il suo richiamo, ripetuto e e sentito, ad una pace "disarmante e disarmata", potrebbe essere in qualche modo usato da chi, in Europa, da mesi si oppone alla strategia del riarmo della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il governo ungherese, il grande nemico interno all'Ue del sostegno a Kiev, ha sottolineato non a caso proprio la parola "pace" dando il benvenuto ad un pontefice che Viktor Orban ha definito "una nuova speranza".
    In Medio Oriente, dove un'altra guerra e una crisi umanitaria senza precedenti sta straziando i palestinesi di Gaza, a parlare è innanzitutto il presidente israeliano. "Siamo ansiosi di migliorare le relazioni tra Israele e la Santa Sede e di rafforzare l'amicizia tra ebrei e cristiani in Terra Santa e nel mondo", è il messaggio di Isaac Herzog mentre il premier Benyamin Netanyahu si limita ad augurare successo al "primo papa degli Stati Uniti".
    Il nuovo Papa "promuova il dialogo tra diverse religioni e la coesistenza tra le persone di diverse fedi", ha sottolineato dal canto suo, e con chiaro riferimento anche alla guerra di Gaza, il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Abdullah Bin Zayed Al Nahyan.
    Immediato, nel Vecchio Continente, il messaggio di dialogo dei vertici dell'Ue. "L'Ue è pronta a lavorare a stretto contatto con la Santa Sede per affrontare le sfide globali e alimentare uno spirito di solidarietà, rispetto e gentilezza", è stata la dichiarazione congiunta di Ursula von der Leyen e Antonio Costa. Mentre la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola ha auspicato che la "guida di Leone XIV sia un faro di speranza per tutti". "In questo 8 maggio questo nuovo pontificato sia portatore di pace e speranza", è stato invece il "fraterno" messaggio che Emmanuel Macron, nell'ottantesimo anniversario della fine della guerra mondiale ha portato al nuovo Papa.
    Lo stretto rapporto di Leone XIV - a lungo missionario e poi vescovo in Perù - con l'America Latina ha entusiasmato. A cominciare dalla presidente Dina Boluarte, che da Lima ha parlato di "storica elezione" ricordando i legami del nuovo Pontefice con il Paese andino: "Ha seminato speranza, camminato accanto ai più bisognosi e condiviso le gioie del nostro popolo". "Le forze del cielo hanno dato il loro verdetto in modo chiaro", ha scritto il presidente argentino Javier Milei.
    Mentre, da Bogotà, è arrivato uno dei primi commenti 'politici' sul Papa, nordamericano come Donald Trump, ma con antenati sudamericani, spagnoli e francesi. "Spero che sia il grande leader dei popoli migranti in tutto il mondo e spero che sostenga i nostri fratelli e sorelle migranti latinoamericani, oggi umiliati negli Stati Uniti", ha sottolineato il presidente colombiano Gustavo Petro.
   

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