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Gori, 'dire sì a difesa comune ma no al riarmo è un barbatrucco'

Gori, 'dire sì a difesa comune ma no al riarmo è un barbatrucco'

"Piano von der Leyen necessario e positivo punto di partenza"

BRUXELLES, 07 aprile 2025, 14:14

Redazione ANSA

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"Dire che siamo 'per la difesa comune, ma contro il riarmo' è quanto meno o un'ingenuità, o a pensar male un barbatrucco. La difesa comune infatti non c'è, non è immediatamente realizzabile, come non ci sono gli 'Stati uniti d'Europa' di cui spesso favoleggiamo. Entrambi rappresentano un traguardo cui aspirare, un progetto ideale cui tendere". Lo scrive su X l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori, riprendendo un suo editoriale pubblicato oggi da Il Foglio.
    "Ciò che si può fare oggi, concretamente, è promuovere maggiori investimenti nazionali per la sicurezza e la deterrenza, condizionandoli il più possibile a logiche di coordinamento e interoperabilità (come accade con 'Safe'), e in parallelo incentivare lo sviluppo di un'industria europea della difesa, a sua volta progressivamente orientata alla cooperazione sovranazionale. Trattasi di 'riarmo'? Sì, se lo si vuole chiamare col suo nome (a ricomprendere dispositivi di cybersecurity e di vigilanza satellitare, sistemi di AI, ecc.), da vedere come necessario e positivo punto di partenza di un processo che andrà progressivamente orientato alla costruzione dell'agognata difesa comune europea", spiega Gori.
    "Dire 'sì alla difesa comune, no al riarmo' non ha quindi senso.
    O meglio, ha il senso di buttare la palla in tribuna, pretendere l'ottimo (oggi irrealizzabile) per rifiutare ciò che è concretamente fattibile", conclude Gori.
   

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