La Croazia, dove il 9 giugno si
tengono per la terza volta le elezioni europee dall'ingresso del
Paese in Ue nel luglio 2013, eleggerà i suoi dodici eurodeputati
in un clima di fatica elettorale, dato che il 17 aprile scorso
si sono tenute le elezioni politiche con la vittoria dei
conservatori di Andrej Plenković.
La prima fase della campagna elettorale è stata oscurata dai
difficili e controversi negoziati per la formazione del terzo
governo di Plenković, che è leader dell'Unione democratica
croata (Hdz), parte del Partito popolare europeo (Ppe). Per
restare al potere l'Hdz ha dovuto aprire le porte dell'esecutivo
alla destra nazionalista e sovranista del Movimento patriottico
che ha chiesto una serie di misure demografiche molto
conservatrici, limitazioni dei diritti Lgbt e l'esclusione della
minoranza serba dalla maggioranza e dal governo, per la prima
volta in più di vent'anni.
Solo da pochi giorni le tematiche europee iniziano a
profilarsi sulla scena pubblica, con al centro il premier
Plenković che ha deciso di essere lui stesso il capolista del
suo partito, rompendo la tradizione secondo cui i leader dei
partiti nazionali non si candidano per l'Europarlamento. In
questo modo il primo ministro vuole massimizzare il risultato,
contando sulla sua popolarità confermata ad aprile alle urne,
ricordano a tutti che sotto la sua guida, moderata, centrista ed
europeista, la Croazia il primo gennaio del 2023 è entrata
nell'area Schengen ed ha adottato l'euro. Inoltre, Plenković
rimane fermamente sulla linea degli aiuti e al sostegno
all'Ucraina, come anche contro il riconoscimento della Palestina
che ritiene "precoce in questo momento, dato che per arrivare a
tal punto bisogna avere una soluzione a due Stati concordata tra
le due parti". La candidatura di Plenković lascia però aperta
l'ipotesi, che circola da mesi in ambienti di Bruxelles, secondo
cui in autunno potrebbe assumere una delle tre cariche più
importanti nell'Ue, forse quella di presidente della Commissione
europea. Il premier non ha mai escluso esplicitamente questa
possibilità.
Per ora la tattica dell'Hdz sembra funzionare dato che il
partito è stimato dai sondaggi al 30 per cento e cinque seggi
europei, uno in più rispetto a cinque anni fa. Il Partito
socialdemocratico (Sdp), della famiglia del Pse, è dato ai 25
punti percentuali, stesso livello delle elezioni parlamentari,
che si tramuterebbero in quattro eurodeputati. A superare lo
sbarramento del cinque per cento dovrebbero essere anche i Verdi
di Možemo! (Possiamo!) con la base elettorale concentrata a
Zagabria, e che vengono dati al 10 per cento e un seggio. I
sovranisti del Movimento patriottico dal canto loro vedono
erodere il loro consenso elettorale, ora intorno al sette per
cento, dopo che sono entrati nel governo del loro tradizionale
avversario Plenković - un esecutivo più spostato a destra, ma
pur sempre su una linea europeista. Sotto il cinque per cento
resterebbero i liberali e i centristi, oltre a vari partiti
minori di destra.
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