Vajont, 60 anni dopo. In vista
del prossimo 9 ottobre, giorno in cui riecheggeranno i numeri
di una tragedia che resta impressa nell'immaginario collettivo -
circa 2mila vittime, 115 milioni di metri cubi nel bacino, 270
milioni di metri cubi di roccia che scivolano alle 22.39 esatte
-, Pordenonelegge ricorderà il disastro attraverso le parole di
Antonio G. Bortoluzzi, operaio, camminatore e narratore,
conoscitore dei sentieri, delle storie e delle dicerie della
montagna, il quale racconterà un Vajont inedito: quello che
scorre nelle pagine de Il saldatore del Vajont (Marsilio).
Il libro sarà al centro della conversazione in programma
domenica 17 settembre, con Piero Ruzzante e Chiara Valerio.
Il saldatore del Vajont racconta ciò che avvenne prima della
tragedia, l'epica della costruzione, l'idea di un'Italia
all'avanguardia nelle opere pubbliche e nell'immaginazione
industriale, in quelle che oggi si chiamano "energie pulite". I
saldatori, in questo romanzo, sono due. Uno è l'alter ego di
Bortoluzzi - saldatore lui stesso -, che va a visitare la diga,
in un percorso di sei ore, nelle sale macchine e nei
camminamenti esterni, nelle crepe. E uno è un alter ego
immaginato, passato, un nonno, un uomo il cui corpo è finito tra
quei 2018 nel disastro del 9 ottobre 1963.
Sono 23 i Dialoghi sul romanzo di Pordenonelegge, tratto
distintivo del festival come spiega il curatore Alberto Garlini:
"46 scrittrici e scrittori si confrontano sui loro personaggi e
sulle loro storie. Per capire cos'è oggi il romanzo, al di là
dei generi, e in quale rapporto sta con la realtà, quali strade
e quali evoluzioni stanno già tracciando gli autori oggi". Fra
gli altri, dialogheranno Marco Missiroli e Marco Cassardo,
Andrea Molesini e Gianni Biondillo, Romana Petri e Elisabetta
Rasy, Paola Mastrocola e Cristina Battocletti, Giorgio Nisini e
Roberta Scorranese, Francesco De Filippo e Carlo Lefebvre,
Matteo Bussola ed Enrico Galiano, Stefania Parmeggiani e
Costanza Jesurum, Gabriella Caramore e Lidia Ravera, Alberto
Casadei e Luca Doninelli, Sandrone Dazieri e Piergiorgio Pulixi,
Annalena Benini e Mariapia Veladiano.
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