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Balena morta a Trieste, ecco lo scheletro rimasto

Balena morta a Trieste, ecco lo scheletro rimasto

L'Area Marina Protetta di Miramare pensa a musealizzazione

TRIESTE, 12 marzo 2025, 18:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'Area Marina Protetta di Miramare ha diffuso oggi le foto di ciò che resta della balenottera spiaggiata il 30 agosto 2024 a Muggia, in provincia di Trieste.
    Rimossa e affondata nel golfo. Anche in prospettiva di un possibile recupero ed esposizione dello scheletro.
    "In quanto tempo si decompone la carcassa di una balena? Quali processi biochimici si attivano sott'acqua? Quanti dati può offrire e quali storie può raccontare l'analisi e lo studio del suo scheletro, del cranio, delle vertebre, dei fanoni? È per cercare una risposta a queste domande - si legge sul post diffuso sui social dall'Area Marina - e al contempo dare un senso alla triste morte dell'esemplare di balenottera comune spiaggiatasi il 30 agosto 2024 sotto i pontili di Porto San Rocco a Muggia, che fin da subito ci siamo attivati con le autorità per assicurarci che i resti, vista la loro estrema rilevanza scientifica, non venissero dispersi".
    Dopo il trasporto al largo e l'affondamento della carcassa in una zona portuale preclusa all'accesso e alla navigazione ad opera del gruppo di Ots, Operatori Tecnici Subacquei, della Geomar, gli esperti dell'Area Marina di Miramare si sono messi in azione, ottenendo dalla Capitaneria di Porto di Trieste le necessarie autorizzazioni per avviare un'attività di monitoraggio subacqueo sui resti della balenottera, e lo scorso 6 marzo i ricercatori Saul Ciriaco e Marco Segarich, muniti della necessaria qualifica di Ots, si sono immersi nel luogo dell'affondamento per accertarsi dell'integrità della carcassa e documentarne lo stato di conservazione. La foto (Archivio AMP Miramare Saul Ciriaco) mostra che "il processo di decomposizione è già in stato avanzato: circa il 90% dei tessuti molli della balena non è più presente, decomposto o predato. La colonna vertebrale è in buona parte esposta - si legge ancora sui social - fatta salva la zona ventrale appoggiata sul fondale e quella cefalica. Alcune delle cavità interne della carcassa fanno da rifugio a piccoli labridi".
    Nei prossimi giorni, grazie anche al supporto della Geomar, i ricercatori hanno in programma un nuovo intervento nel luogo dell'affondamento per mettere in sicurezza i resti della balenottera che rischiano altrimenti di disperdersi. Saranno ingabbiati in una grande rete.
    "L'intervento - concludono gli esperti dell'Area Marina di Miramare - consentirà di garantire l'integrità dello scheletro di questo maestoso animale, anche in vista di una sua auspicabile futura musealizzazione".
   

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