"Sono i sudari a dar voce ai corpi,
a proteggerli dalla nostra indifferenza. Sono loro il simbolo
del genocidio di Gaza e ci chiamano ad assumere le nostre
responsabilità". Con queste parole la giornalista Paola Caridi
ha chiuso la sua lectio magistralis, "Non dimenticare un solo
nome. Elegia per i sudari di Gaza", ieri sera nella chiesa di
San Francesco all'inaugurazione del 21/o festival
Vicino/lontano, quest'anno dedicato al tema dello "scarto".
Il sudario, "il telo bianco - ha spiegato Caridi - che
avvolge i corpi dei palestinesi uccisi, spesso bambini," è stato
il cuore della sua riflessione. "A Gaza sono finiti subito - ha
raccontato - sostituiti da coperte, lenzuola, sacchi. Ma quel
bianco è la macchia che ci inchioda. L'unico oggetto rimasto a
raccontare una persona uccisa in una terra dove neppure le tombe
sono garantite".
Corrispondente a New York per al-Araby al-Jadeed e
co-direttrice di Jadaliyya, Caridi ha ricordato che Gaza è
assediata da un anno e mezzo da una "carestia orchestrata":
"mancano acqua, cibo, medicine ospedali, scuole, case sono
distrutti". "E le responsabilità non sono solo israeliane ma
anche della comunità internazionale. Di noi. Di chi tace; chi
non guarda".
"Oltre 50mila morti accertati, almeno 10mila sotto le macerie
- ha evidenziato Caridi - e i sopravvissuti sembrano portare
sulle spalle secoli di dolore". L'immagine simbolo, ha
ricordato, è la bimba Saly nel sudario tra le braccia della zia,
fotografata da Mohammed Salem, vincitore del World Press Photo
2024.
All'incontro inaugurale, aperto dalle autorità locali e da
Paola Colombo, presidente associazione Vicino/lontano, è
intervenuto con la sua lectio anche Tomaso Montanari, saggista e
rettore dell'Università per stranieri di Siena, che ha
riflettuto sul potere profetico degli "scartati". I due relatori
hanno poi dialogato con il pubblico, aprendo una cinque giorni
con oltre 200 ospiti e 100 eventi. Caridi ha ricordato
l'iniziativa con Montanari e altri intellettuali
#UltimoGiornoDiGaza, un appello lanciato sul web per il 9
maggio, Giornata dell'Europa, "per denunciare le responsabilità
non solo del governo Netanyahu, ma anche dei governi europei e
occidentali".
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