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Morte in rogo: caccia a complici fermato

Rogo centocelle

Morte in rogo: caccia a complici fermato

Padre Serif Seferovic, quella notte eravamo altrove

ROMA, 02 giugno 2017, 13:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "E gli altri?", chiede il padre di Elizabeth, Angelica e Francesca dopo l'arresto a Torino del ventenne Rom accusato di averle bruciate vive con una molotov. Il complice o i complici di Serif Seferovic vengono ricercati dalla polizia. Uno é indagato e potrebbe essere il fratello, che lo avrebbe accompagnato in auto il 10 maggio a Centocelle, alla periferia di Roma, per tirare la bottiglia incendiaria contro il camper di Romano Halilovic e della sua famiglia. Una vendetta atroce tra famiglie Rom di origine bosniaca, secondo la squadra mobile, tra sospetti di affari illeciti e l'ombra di un altro fatto di cronaca che molto turbò l'opinione pubblica a dicembre: la morte di una studentessa cinese della stessa età di Seferovic, Yao Zhang, finita sotto un treno mentre inseguiva il giovane nomade che le aveva scippato la borsetta. Gli Halilovic avrebbero collaborato per far identificare i ladri - tre, due dei quali condannati, ma Serif uscì dopo 20 giorni - e il rogo di Centocelle sarebbe una ritorsione per quella 'spiata'. Ma il padre di Seferovic assicura che il figlio era con lui la notte della molotov. "Abbiamo dormito in una area di parcheggio nella zona di Prati Fiscali, eravamo una quarantina di persone - ha detto l'uomo al suo legale -. Mio figlio era con me, non è stato lui". L'avvocato chiede di cercare filmati di telecamere. Come quello che invece gli investigatori hanno usato per identificare Seferovic, confrontando i suoi dati antropometrici. Secondo un amico di Halilovic, il filmato con il lancio della molotov nel parcheggio di Centocelle non sarebbe stato mostrato al padre delle due bambine di 4 e 8 anni e della ragazza di 20 uccise, che però sarebbe certo che "chi lo minacciò gli ha ucciso le figlie". Una storia di contrasti e violenza nel campo nomadi di Via Salviati, a Roma, con altri camper dati alle fiamme senza vittime, fughe in altri accampamenti, clan rivali in lotta forse anche per spartire e ricettare bottini di furti. Un clima che avrebbe spinto Romano Halilovic ad andare in un parking con moglie e ben 13 figli, senza però sfuggire alla ritorsione. Le indagini sul triplice omicidio di cui é per ora accusato Seferovic proseguono, ma intanto é polemica sulla scarcerazione del giovane condannato a due anni per lo scippo di Yao. "Per il padre di Yao é come riaprire una ferita, ogni volta", dice Lucia Hui King, portavoce della comunità cinese di Roma, che ha telefonato all'uomo in Cina. "L'ho informato, ma ora questa é una vicenda che riguarda la comunità Rom, non quella cinese", aggiunge King. Zhang Gowen non ha voluto commentare il nuovo, più grave crimine di cui é accusato il ragazzo Rom. "Sapete quanti giorni ha passato in galera? Venti - scrive su Fb la leader di Fdi Giorgia Meloni -. Doveva stare in prigione ma era fuori. Doveva scontare la sua pena ma era libero e avrebbe ucciso tre innocenti di 20, 8 e 4 anni. Questa non è giustizia, è indecenza". Il legale di Seferovic, Gianluca Nicolini, ricorda a Meloni la presunzione d'innocenza che vale anche per lui. L'interrogatorio di convalida del fermo si svolgerà lunedì a Torino, martedì invece a Roma l'incidente probatorio sulle impronte trovate sulla molotov della strage. 

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