"Sono mesi che aspettiamo e a questo
punto non resta che rivolgerci al presidente del consiglio
Meloni per chiedere aiuto a sbloccare un intervento importante
non solo per il nostro comparto, ma in generale per la sicurezza
della navigazione all'interno del porto".
A parlare è Domenico Spina, uno degli armatori della
flottiglia peschereccia di Anzio (Rm) che lancia l'allarme
sull'insabbiamento del porto e accende i fari sulla questione
sicurezza. "Si parla tanto di sicurezza sul lavoro, ma nel
nostro caso non viene garantita. Anche negli ultimi giorni
uscendo con le nostre imbarcazioni per le battute di pesca
abbiamo toccato il fondale", afferma Spina che chiede di far
partire con urgenza l'escavo anche per salvare la stagione.
I pescatori della flottiglia anziate sono mobilitati dallo
scorso ottobre quando denunciarono l'emergenza. La regione Lazio
ha stanziato un milione di euro per un intervento straordinario
che prevede la rimozione di 24.000 metri cubi di sabbia dai
fondali, una quantità importante in grado di ripristinare la
sicurezza della navigazione all'interno del porto per almeno i
prossimi due anni. Intervento questo che deve essere preceduto
dai rilievi batimetrici, ossia dallo studio dei fondali sui
quali intervenire e l'esame della qualità della sabbia che va
rimossa per stabilirne la sua destinazione. Senza questo studio,
per il quale, secondo gli esperti, servono 15-20 giorni per
avere i risultati, non si può avviare l'escavo. Dalla
Capitaneria di porto di Anzio fanno sapere che dal Comune è
stata individuata la società che deve eseguire i rilievi e si
attende la comunicazione di inizio lavori. Risposte sui tempi
potrebbero arrivare la prossima settimana.
Ma ai pescatori questo non basta. "Stiamo perdendo ancora
tempo prezioso - ribadisce Spina - mentre è necessario procedere
rapidamente. Il rischio è che l'intervento non venga completato
prima dell'inizio della stagione estiva" e che l'escavo venga
rimandato a settembre.
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