Applausi calorosi alla parte
musicale, perplessità sulla regia accompagnate da fischi al
termine della prima serata. Questo, in sintesi, il bilancio
delle due recite di "Norma" tenutesi martedì e ieri sera al
Carlo Felice. Due spettacoli in parte diversi perché, con una
originale iniziativa, il Teatro genovese ha presentato due
versioni differenti del capolavoro belliniano: martedì
l'allestimento aggiornato sulla base della revisione critica
realizzata da Riccardo Minasi (sul podio dello spettacolo) e da
Maurizio Biondi; ieri quello tradizionale ormai consolidato nei
decenni. La novità principale sta nell'inversione delle voci
destinate alle due protagoniste femminili. In genere Norma è un
soprano, mentre Adalgisa è un mezzosoprano, ma rifacendosi alle
tessiture originali, si è proposta, appunto, la inversione con
Norma mezzo e Adalgisa più acuta. Dopo aver ascoltato le due
soluzioni, ci sembra più interessante Norma più scura e Adalgisa
più cristallina: non solo emerge più compiutamente la loro
personalità, ma i duetti hanno un peso drammatico assai più
convincente.
Artefice principale dell'operazione, Riccardo Minasi che sul
podio ha fatto un buon lavoro restituendo un Bellini di forte
passionalità (qua e là con qualche eccesso di dinamiche
soprattutto nei fiati) , ma anche di straordinaria eleganza
lirica. Ineccepibile, poi, il supporto assicurato alle voci,
soprattutto nella prima serata.
Cast di buon livello in entrambe le serate. Il mezzosoprano
Vasilisa Berzhanskaya e il soprano Gilda Fiume hanno condiviso
la parte di Norma, entrambe facendosi apprezzare per vigore e
intensità interpretativa. Carmela Remigio è stata una raffinata
Adalgisa, ruolo in cui la giovane Anna Dowsley, bellissima voce
e notevole presenza, ha costituito una splendida sorpresa.
Stefan Pop e Antonio Corianò si sono alternati nel ruolo di
Pollione. Bene coro e orchestra. Avvalendosi di una scena
spoglia con un piano inclinato e alcuni pannelli mobili atti a
delimitare il proscenio, la regista Stefania Bonfadelli ha
immaginato una "doppia" azione: in primo piano i cantanti, nel
fondo i mimi e i coristi a dar vita a un'azione integrativa.
Alcuni momenti sono risultati suggestivi con "Tableaux vivants"
di bell'effetto grazie ad un accorto uso delle luci. Ma
l'insistenza su azioni di battaglia (che hanno scandito anche la
Sinfonia introduttiva) è risultata alla lunga ripetitiva e
distraente. Tralasciando poi l'epilogo che vede Norma evitare il
rogo, pugnalare Pollione e autopugnalarsi, non ha convinto
l'attualizzazione dell'azione: mettere costumi novecenteschi,
munire i romani di pistole, mostrare stupri e violenze per
ricordare che è in corso una guerra, è parso inutile ed
inelegante.
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