E' rottura definitiva tra Pd e
Lista Toti nella Provincia di Savona, ente che i due partiti
governavano insieme da gennaio. Termina così l'esperimento
politico che li aveva visti allearsi per rieleggere il
presidente uscente Pierangelo Olivieri, mentre il resto del
centrodestra (Lega e FdI) aveva deciso di appoggiare un altro
candidato, il leghista Giancarlo Canepa, sindaco di Borghetto
Santo Spirito, nonostante Olivieri fosse espressione della Lista
Toti. La frattura nel centrodestra si era consumata a causa del
diverso giudizio sull'operato di Olivieri. Toti, intenzionato a
confermarlo comunque, aveva cercato una sponda nel
centrosinistra, riuscendo nell'intento. Il Pd, in cambio del suo
appoggio, aveva ottenuto la carica di vicepresidente andata al
sindaco di Cisano Sul Neva, Massimo Niero. Ora però la direzione
provinciale dei dem ha deciso di "staccare" la spina. La ragione
addotta sono le diverse posizioni su alcuni temi, in primis il
rigassificatore, che vede il Pd contrario alla realizzazione
dell'opera: "Nell'ultimo periodo - spiega il segretario
provinciale Emanuele Parrinello - il comportamento del
presidente Olivieri è stato via via sempre meno accettabile,
dalla rinuncia a esercitare alcun ruolo sulla questione
rigassificatore che non fosse quello di portavoce di Toti, alla
'sparata' sul termovalorizzatore in Valbormida non concordata
con nessuno, all'allineamento su pressoché ogni questione di
rilievo, sempre con Toti e mai con il territorio". Un peso sulla
decisione però lo ha avuto anche la vicenda giudiziaria che nei
giorni scorsi ha coinvolto la direttrice generale Giulia
Colangelo, chiamata a rispondere di presunti maltrattamenti e
concorsi truccati: l'accusa a Olivieri è di fatto quella di non
essersi accorto di nulla e non avere, quindi, il "polso"
dell'ente. La Lega, dal canto suo, ha fatto sapere di non essere
intenzionata a lanciare un salvagente al presidente: "Noi
rimaniamo coerenti con le posizioni assunte fino ad oggi" spiega
Sara Foscolo, segretario provinciale. Ora la palla passa a
Olivieri, che dovrà decidere se dimettersi o proseguire il
mandato senza maggioranza.
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