"Quello che è successo a Ventimiglia è molto grave. La situazione continua ad aggravarsi ogni giorno di più". Lo ha detto il segretario provinciale del Pd di Imperia Cristian Quesada dopo la lite tra due nigeriani sfociata in omicidio ieri intorno alle 19,30 in piazza Cesare Battisti, nel cuore di Ventimiglia. "È il momento di agire non con operazioni spot, come vuole il mantra dell' amministrazione comunale a guida leghista - aggiunge il segretario dei Dem -.
Servono soluzioni, serve un centro di accoglienza e un supporto concreto alle associazioni che si occupano del tema".
Per l'ex sindaco di Ventimiglia e attuale consigliere regionale Enrico Ioculano (Pd) "questo è il risultato della politica di sicurezza delle destre, quando si nega ogni tipo di governo del fenomeno purtroppo si verificano anche questi episodi. A distanza di qualche settimana dalla visita del ministro degli Interni, il risultato dei grandi annunci è che purtroppo c'è un morto in pieno centro città".
"Questo fatto di sangue preoccupa tutti i cittadini" ha detto l'ex sindaco di Ventimiglia e attuale consigliere comunale di opposizione Gaetano Scullino, che chiede di unire le forze e "di evitare facili ma ingiuste speculazioni politiche". "Sono colpito, sosteniamo il sindaco a continuare a coinvolgere tutti gli Enti preposti per garantire quel senso di sicurezza che sentiamo meno" dichiara il consigliere comunale di maggioranza Matteo Ambesi (Cambiamo). "Purtroppo Ventimiglia piange l'ennesima sciagura figlia di una gestione inadeguata da parte dell'Europa del fenomeno migratorio - afferma il gruppo di Forza Italia a Ventimiglia -. La città è il collo dell'imbuto ove confluiscono la disperazione di rifugiati e profughi e l'inciviltà di trafficanti e clandestini. La cittadinanza ha paura. Serve la modifica dell'attuale normativa per disciplinare respingimenti, accoglienza, asilo e assistenza".
Chiede di nuovo un Centro per il rimpatrio il consigliere di maggioranza Roberto Parodi (Frontalieri): "ci vuole una sorveglianza maggiore e un Cpr. Ci sono circa 200/300 frontalieri che la sera rientrano dal lavoro e, soprattutto le donne che arrivano in stazione devono farsi andare a prendere da genitori, parenti o amici perché manca la sicurezza".
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