I "simpatic food" ovvero i fiori
eduli intesi come integratori naturali di antiossidanti, in
alternativa ai cosiddetti "super food" è uno dei filoni di
ricerca sul quale si sta concentrando il Crea di Sanremo.
"Quella dei fiori commestibili è una linea molto interessante,
che ha riscosso notevole successo - ha detto all'Ansa la
responsabile del Crea, Barbara Ruffoni, stamani,
all'inaugurazione della mostra su mario Calvino -. Abbiamo anche
progetti internazionali, in corso con la vicina Francia".
"Abbiamo analizzato una quarantina di fiori, per conoscere le
loro caratteristiche e per consentire di utilizzarli in cucina".
Qualche esempio? "Abbiamo la begonia, la calendula, la rosa e
delle salvie che sono state appositamente studiate, le quali
provengono anche dall'estero ed hanno caratteristiche
nutrizionali e sapori molto interessanti, tanto poter essere
utilizzate come ingredienti". Non sarà facile trovare questi
fiori. "Abbiamo un sito che riporta delle indicazioni, ma è
possibile acquistarli pure nei supermercati". Anche nella
Riviera dei Fiori, quindi a Sanremo e nel suo comprensorio, sono
molti i floricoltori, che magari partendo dalle piante
aromatiche hanno poi integrato la propria produzione con i fiori
eduli. Possiamo parlare di super food? "Direi, simpatic food -
conclude Ruffoni - perché oltre a essere belli, fanno anche
bene".
L'applicazione delle tecnologie di evoluzione assistita per
rafforzare il basilico contro la peronospora, una delle peggiori
malattie fungine delle piante è uno degli altri studi condotti
dal Centro di ricerca orticoltura e florovivaismo (Crea) di
corso Inglesi, a Sanremo. "E' un progetto ministeriale che
stiamo portando avanti assieme ad altri colleghi a livello
nazionale per salvare le piante da questa devastante malattia,
nel nostro caso il basilico - ha affermato Barbara Ruffoni -. E'
quella che una volta si chiamava ingegneria genetica". "Abbiamo
utilizzato queste procedure sul basilico ma ci sono tantissime
applicazioni. Alcuni hanno lavorato sul pomodoro, sulla
melanzana o i cereali. Le nostre piante, infatti, sono quelle
aromatiche e floricole; mentre ci sono altri ricercatori del
Crea che lavorano sulle frutticole, come gli agrumi, applicando
le stesse tecnologie per patologie specifiche alle loro
colture".
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