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Da Sanremo i 'simpatic food', nuova frontiera di integratori

Da Sanremo i 'simpatic food', nuova frontiera di integratori

Lo studio del Crea. 'Per fiori da utilizzare in cucina'

SANREMO, 13 marzo 2025, 12:56

Redazione ANSA

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I "simpatic food" ovvero i fiori eduli intesi come integratori naturali di antiossidanti, in alternativa ai cosiddetti "super food" è uno dei filoni di ricerca sul quale si sta concentrando il Crea di Sanremo.
    "Quella dei fiori commestibili è una linea molto interessante, che ha riscosso notevole successo - ha detto all'Ansa la responsabile del Crea, Barbara Ruffoni, stamani, all'inaugurazione della mostra su mario Calvino -. Abbiamo anche progetti internazionali, in corso con la vicina Francia".
    "Abbiamo analizzato una quarantina di fiori, per conoscere le loro caratteristiche e per consentire di utilizzarli in cucina".
    Qualche esempio? "Abbiamo la begonia, la calendula, la rosa e delle salvie che sono state appositamente studiate, le quali provengono anche dall'estero ed hanno caratteristiche nutrizionali e sapori molto interessanti, tanto poter essere utilizzate come ingredienti". Non sarà facile trovare questi fiori. "Abbiamo un sito che riporta delle indicazioni, ma è possibile acquistarli pure nei supermercati". Anche nella Riviera dei Fiori, quindi a Sanremo e nel suo comprensorio, sono molti i floricoltori, che magari partendo dalle piante aromatiche hanno poi integrato la propria produzione con i fiori eduli. Possiamo parlare di super food? "Direi, simpatic food - conclude Ruffoni - perché oltre a essere belli, fanno anche bene".
    L'applicazione delle tecnologie di evoluzione assistita per rafforzare il basilico contro la peronospora, una delle peggiori malattie fungine delle piante è uno degli altri studi condotti dal Centro di ricerca orticoltura e florovivaismo (Crea) di corso Inglesi, a Sanremo. "E' un progetto ministeriale che stiamo portando avanti assieme ad altri colleghi a livello nazionale per salvare le piante da questa devastante malattia, nel nostro caso il basilico - ha affermato Barbara Ruffoni -. E' quella che una volta si chiamava ingegneria genetica". "Abbiamo utilizzato queste procedure sul basilico ma ci sono tantissime applicazioni. Alcuni hanno lavorato sul pomodoro, sulla melanzana o i cereali. Le nostre piante, infatti, sono quelle aromatiche e floricole; mentre ci sono altri ricercatori del Crea che lavorano sulle frutticole, come gli agrumi, applicando le stesse tecnologie per patologie specifiche alle loro colture".
   

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