E' stato "illegittimo l'uso
ripetuto dei manganelli" da parte di quattro agenti del reparto
mobile di Genova nei confronti del giornalista di La Repubblica
Stefano Origone, rimasto ferito nell'ambito degli scontri tra
manifestanti antifascisti e polizia in occasione del comizio di
Casapound del 23 maggio 2019. E le lesioni che i poliziotti gli
hanno provocato devono essere considerate "dolose". Lo scrivono
i giudici della Corte d'appello di Genova nelle motivazioni
della sentenza di appello bis che a gennaio ha condannato i
quattro agenti a un anno di reclusione per lesioni volontarie
aggravate, con sospensione condizionale della pena.
Origone, scrivono i giudici non solo al momento della carica
della polizia "non aveva posto in essere alcun comportamento
finalizzato ad ostacolare l'atto dei poliziotti ma stava
addirittura tentando di allontanarsi". Invece, dopo il primo
colpo che lo ha fatto finire a terra, è stato ulteriormente
colpito "da tutti gli imputati con manganelli e calci". Gli
agenti si erano difesi dicendo di aver scambiato il giornalista
per un manifestante ma per la Corte manca qualsiasi "concreto
elemento in tal senso" e si è trattato invece di una
"ingiustificata aggressione all'integrità fisica" di fronte
"all'obiettiva assenza di pericolosità", tanto che era dovuto
intervenire il primo dirigente Giancarlo Bove che "ha dovuto
proteggere la parte lesa con il proprio corpo dalla furia dei
colleghi". I quattro agenti avevano scelto il rito abbreviato ed
erano stati condannati in primo grado a 40 giorni di reclusione
perché per la giudice si trattava di lesioni 'colpose'. In
appello la sentenza era stata 'corretta' trasformando la
reclusione con una sanzione di 2.582 euro. Dopo il ricorso in
Cassazione del sostituto procuratore generale Alessandro
Bogliolo che aveva ribadito che si trattava di lesioni 'dolose'
gli Ermellini avevano annullato la sentenza con rinvio a un
nuovo processo d'appello.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA