Il Consiglio regionale della Liguria ha impegnato la giunta ad attivarsi nei confronti del Governo per aprire una riflessione complessiva sul processo di privatizzazione delle Poste in atto e a proporre all'esecutivo di proseguire un confronto con le organizzazioni sindacali sulle tematiche di riorganizzazione. L'ordine del giorno sottolinea che, per l'importanza del servizio svolto da Poste italiane, "si ritengono necessari processi organizzativi che valorizzino le competenze dei dipendenti e confermino la presenza territoriale dell'azienda". Una delegazione di rappresentanti dei lavoratori è stata ricevuta dai consiglieri regionali ai quali ha spiegato le ragioni della protesta e dello sciopero fatto oggi.
Il M5S ha espresso "massima solidarietà ai lavoratori di Poste Italiane, alle prese con una sciagurata privatizzazione che svende il servizio pubblico in nome del profitto di pochi e in barba ai diritti di operatori e utenti. Bisogna fermare al più presto la politica di privatizzazione intrapresa da Renzi, che prevede anche la chiusura delle sedi nei luoghi più isolati - attaccano i Cinque Stelle -. Una scelta dissennata che toglie il servizio alla cittadinanza, oltreché creare gravi scompensi a livello occupazionale".
Alessandro Piana (Lega Nord Liguria) dichiara: "no assoluto alla chiusura degli uffici postali nei territori periferici, riduzione del servizio di recapito e privatizzazione di Poste Italiane. Occorre battere il Governo Renzi, ormai allo sbando su tutto, per mantenere questo tipo di presidio nelle vallate e scongiurare la perdita di centinaia di posti di lavoro anche in Liguria".
Il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino ha partecipato alla manifestazione dei lavoratori di Poste Italiane: "Ho aderito con piena condivisione. Le posizioni dei lavoratori sono assolutamente giuste. Poste è un'azienda solida, produce utili e distribuisce apprezzabili dividendi al suo principale azionista, il Ministero dell'Economia. Quindi le Poste devono restare a maggioranza pubblica. Non ci sono ragioni per privatizzare ancora: basta con i regali ai privati. Stop definitivo al decreto per la cessione del 30% ai privati e del 35% a Cassa depositi e prestiti; e poi sia mantenuta l'unicità aziendale: nessuno pensi a indegni spacchettamenti. Gli utili di bilancio siano rinvestiti per migliorare i servizi e le condizioni di lavoro".
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