Franco e Marisa, i genitori di
Mauro Pamiro, il professore di informatica trovato cadavere la
mattina del 29 giugno 2020 in un cantiere edile in via Don Primo
Mazzolari a Crema, in provincia di Cremona, sono da sempre
convinti che loro figlio sia stato ucciso e poi trasportato già
morto in quella zona della città. Ma per il giudice delle
indagini preliminari non fu così e non c'è alcun mistero dietro
la fine del docente musicista: accogliendo la seconda richiesta
di archiviazione avanzata dal pubblico ministero, istanza a cui
la famiglia della vittima si era opposta attraverso gli avvocati
Antonino Andronico e Gian Luigi Tizzoni, ha chiuso il caso. E di
conseguenza, cade anche l'ipotesi di reato di omicidio nei
confronti della moglie Debora Stella, iscritta nel registro
degli indagati come atto dovuto.
Nel video agli atti, ripreso da una telecamera alle 2 del
mattino, si vede Pamiro, scalzo e in intuibile stato di
agitazione, dirigersi verso il cantiere situato in via don
Primo Mazzolari. Per il pm Davide Rocco e per la polizia si
sarebbe arrampicato sull'impalcatura per poi cadere. O suicidio,
oppure incidente per gli inquirenti, quest'ultima l'ipotesi più
accreditata: "L'alterazione psicofisica legata all'assunzione di
cannabis poche ore prima del decesso e comunque in modo regolare
negli ultimi sei mesi di vita - si legge nel decreto di
archiviazione - consentono di ipotizzare che possa esservi
stato, piuttosto che un intento suicida, un errore di
valutazione di Pamiro. Che dopo essersi arrampicato sul tetto
del cantiere, potrebbe aver deciso di saltare valutando in modo
errato l'altezza dell'edificio. E l'unica spiegazione è che
Pamiro, dopo una breve rincorsa, abbia effettuato un salto dal
tetto del cantiere edile".
A suffragio di questa tesi si citano gli esiti delle
simulazioni eseguite: "In tutte e tre le prove di salto
simulato, la posizione del manichino rispetto al muro di cinta e
al ponteggio è risultata compatibile con quella di ritrovamento
del cadavere e le differenze di posizione e postura sono
ascrivibili all'incertezza sulla direzione della rincorsa, sulla
eventuale velocità di stacco e sul moto degli arti durante il
volo libero" annota il giudice.
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