MILANO, 28 FEB - Novanta giorni per stabilire se Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo in primo grado per omicidio volontario, fosse capace di intendere e volere quando lasciò la figlia Diana a casa da sola per sei giorni. È questo il tempo concesso dalla Corte d'Assise d'appello di Milano ai periti incaricati di eseguire una nuova valutazione psichiatrica sulla 38enne, già sottoposta all'esame nel processo di primo grado e risultata pienamente capace.
All'udienza in cui sono stati incaricati i periti, Pifferi non era presente perché, a quanto si è saputo, è stata aggredita nei giorni scorsi da una detenuta del carcere di Vigevano. Con un pugno in faccia, la donna le avrebbe causato una ferita che ha richiesto quattro punti di sutura. Lo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, la neuropsicologa Nadia Bolognini e il neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni inizieranno le operazioni peritali il prossimo 26 marzo. Secondo quanto deciso dai giudici, dovranno accertare se Pifferi "sia affetta da patologie psichiche o disturbi della personalità caratterizzati da alterazioni clinicamente significative della sfera cognitiva" e se, nel caso, "tali condizioni possano dirsi di gravità tale da aver inferto sulle capacità di intendere e volere, escludendole del tutto oppure scemandole".
La Corte oggi ha anche rigettato la richiesta avanzata dal legale di parte civile Emanuele De Mitri di acquisire nel processo d'appello gli atti dell'inchiesta bis, depositati nei giorni scorsi dal pm Francesco De Tommasi nel fascicolo sul caso Pifferi. Il secondo filone, chiuso a gennaio, vede indagati per falso e favoreggiamento l'avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, alcune psicologhe e lo psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa, per aver "manipolato" la donna al fine di farle ottenere la perizia in primo grado. A opporsi in aula, oltre alla difesa, è stato anche anche il sostituto pg Lucilla Tontodonati, che ha sottolineato "l'inammissibilità" della richiesta del legale che assiste la madre e la sorella di Pifferi, in quanto effettuata "in modo anomalo" e tardivo da chi "non è in questo processo".
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