I pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro stanno discutendo, davanti ai giudici del Riesame di Milano, per insistere sulla richiesta di arresti domiciliari per Enrico Pazzali, presidente autosospesosi della Fondazione Fiera Milano, e di misure cautelari tra carcere e domiciliari, come aggravamento o meno, per altre 11 posizioni di indagati nel caso Equalize, dopo le bocciature parziali del gip dello scorso ottobre.
La Procura ha deciso di rinunciare a chiedere il carcere per l'hacker Nunzio Samuele Calamucci e per gli altri esperti informatici del gruppo Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, che erano andati ai domiciliari.
Enrico Pazzali "rigetta le accuse", è "estraneo ai fatti contestati" e la sua difesa oggi, davanti al Riesame di Milano, ha fornito una "prima ricostruzione e poi ne daremo altre, imputazione per imputazione, oggi abbiamo parlato di fatti precisi e circostanziati". Lo ha spiegato l'avvocato Federico Cecconi, al termine dell'udienza durata oltre due ore. Il legale ha chiarito che "certamente" il titolare di Equalize si farà interrogare dai pm e rispetto a Fondazione Fiera Milano "allo stato è autosospeso e poi adesso valuteremo".
La Dda milanese e la Dna chiedono per lui gli arresti domiciliari, istanza che fu respinta dal gip. Enrico Pazzali, "pacificamente non sapendo che Gallo e Calamucci effettuavano gli accessi allo Sdi", ossia alla banca dati delle forze dell'ordine, non ne ha mai "richiesto" alcuno su Ignazio La Russa e familiari. Lo si legge in una memoria difensiva depositata al Riesame di Milano dall'avvocato Federico Cecconi, in cui, tra le altre cose, si parla della "assenza di qualsivoglia riscontro estrinseco" e inattendibilità delle dichiarazioni a verbale di Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci sul presidente autosospesosi di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize.
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