L'ampiezza delle materie di sua
competenza nel corso dei mandati da consigliere regionale
giustificava la partecipazione di Francesco Comi, attuale
segretario regionale del Pd delle Marche, "a numerosissime
missioni sul territorio regionale". E la difesa ha
minuziosamente ricostruito i diversi incontri a cui Comi ha
partecipato, "dando piena contezza delle spese sostenute". Ne dà
atto il Gup Francesca Zagoreo nella motivazione della sentenza
con la quale nel settembre scorso ha assolto cinque imputati,
tra cui Comi, dall'accusa di peculato per spese sostenute tra
2008 e 2012.
La voce più consistente addebitata all'attuale segretario
Dem, difeso dall'avv. Marina Magistrelli, riguardava i rimborsi
chilometrici. In ogni caso, il giudice ha respinto la tesi
dell'accusa secondo cui gli incontri a cui l'imputato si era
recato non fossero connessi alle funzioni del gruppo consiliare
Pd. Zagoreo ha invece ritenuto che quel tipo di spese fosse
invece "strettamente connesso allo svolgimento delle funzioni
politico-istituzionali del consigliere". La difesa ha prodotto
un documento da cui risultano i criteri in base dei quali i
consiglieri erano tenuti a chiedere i rimborsi anche per le
trasferte. Dunque, ha chiosato il giudice, il reato non
configurabile sotto il profilo oggettivo non lo sarebbe stato
neanche sotto quello oggettivo.
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