E' stato "ampiamente dimostrato"
che la tipologia di attività svolta da Andrea Filippini, ex
collaboratore dell'Idv in Consiglio regionale, era "del tutto
connessa all'attività del gruppo". Le motivazioni che avevano
portato il gup di Ancona Francesca Zagoreo a prosciogliere
Filippini, vengono ribadite dalla sua legale, Laura Versace,
dopo la sentenza della Cassazione che lo ha definitivamente
scagionato dall'accusa di peculato nell'ambito del procedimento
per le cosiddette 'spese facili'. Per 56 persone, tra cui
consiglieri ed ex, la Cassazione ha invece annullato senza
rinvio il proscioglimento, aprendo le porte a un processo.
Il giudice aveva contestato la tesi della Procura secondo
cui, in assenza di elementi intrinseci che denotino la
pertinenza della spesa all'attività dei gruppi, l'attività debba
considerarsi illegittime. Davanti alla Corte, la difesa ha
eccepito l'inammissibilità del ricorso del pm in quanto "ha
omesso di analizzare in modo specifico, distinto e dettagliato
le questioni di diritto e fatto e la logicità delle motivazioni,
sulle contestazioni mosse ai consulenti dei gruppi, tra i quali
Filippini, a cui il gup aveva dedicato un intero paragrafo.
In sede di interrogatorio, ha ricordato la legale, la difesa
"aveva provato che numerosi studi e ricerche di Filippini erano
confluiti in atti consiliari quali interrogazioni, mozioni,
proposte di legge o risoluzioni: le bozze di numerosi atti
consiliari erano stati redatti proprio da lui".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA