Sul versante maceratese
dell'Appennino umbro-marchigiano, incastonato tra le montagne,
sorge Monte Cavallo (Macerata) che con i suoi 105 residenti è il
Comune più piccolo delle Marche e uno dei più piccoli
sull'intero territorio nazionale. Il minuscolo borgo, colpito
anche dal sisma del 2016, è stato raggiunto dall'ANSA per capire
che impatto potrà avere qui il Pnrr e se i progetti potranno
essere conclusi entro il 2026 come l'Europa chiede di fare
all'Italia. Il sindaco Pietro Cecoli è seduto dietro la
scrivania del suo ufficio, sotto i suoi occhi la lista dei
progetti finanziati e a voce sostenuta sottolinea che "i fondi
del Pnrr sono vita per questi piccoli borghi, sono la base per
costruire un nuovo futuro". "Ma - aggiunge - dobbiamo essere
messi nella condizione di ricevere e spendere questi soldi,
altrimenti rischiamo di scomparire". "Abbiamo chiesto 9 milioni
e 245 mila euro tra Pnrr e Piano nazionale complementare sisma -
spiega -. Ad oggi abbiamo ricevuto soltanto 400mila euro, tanto
che i progetti sono fermi e uno che era stato avviato si è
interrotto perché la ditta non può continuare a lavorare senza
la garanzia economica". I progetti vanno dalla rigenerazione
urbana, alla sistemazione delle strade e dei dissesti
idrogeologici. Quello a cui tiene di più il sindaco "è la
realizzazione di una centralina a biomasse, alimentata solo
dalla legna, che potrebbe garantire a Monte Cavallo
l'autosufficienza energetica e una produzione di acqua calda che
consentirebbe di creare magari una spa e una piscina. E
soprattutto potrebbe dare lavoro a una quindicina di persone e
questo significherebbe anche ripopolare il borgo che anno dopo
anno perde qualche anziano". Cecoli, come altri 'colleghi'
chiede "una legge speciale per la montagna italiana".
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