Il piano di investimenti da 300
milioni di euro sarà lo snodo centrale per aprire la discussione
sul futuro del gruppo. Questo il pensiero della segreteria della
provincia di Ancona della Fiom in merito alla vertenza Beko
Europe. Il 24 febbraio prossimo è convocata una riunione tecnica
del tavolo aperto al ministero delle Imprese e del Made in
Italy.
"Ci aspettiamo che la Beko presenti finalmente il piano di
investimenti e ci aspettiamo che il Governo, a parte gli annunci
generici, dica gli interventi concreti che può mettere in campo
a sostegno del fatto che le produzioni devono continuare nei
siti italiani", le parole di Pierpaolo Pullini, responsabile per
la Fiom del distretto economico-produttivo di Fabriano (Ancona)
dove, tra operai e impiegati, sono a rischio oltre 300 posti di
lavoro. "Continuiamo - prosegue - a chiedere con forza un piano
diverso dove al centro ci sia il lavoro e non il taglio di
costi, ribadiamo la necessità di parlare di prospettiva per
tutti e non di chiusure rinviate nel tempo, o di modifiche al
piano, comunque ottenute tagliando costi (posti di lavoro nella
declinazione dell'Impresa), da altre parti".
Sull'annuncio dato dal ministro Urso, dopo aver incontrato in
Turchia i vertici della newco turco/americana riguardo allo
stabilimento di Comunanza (Ascoli Piceno) che non sarà più
chiuso a fine anno, la Fiom ricorda che già il 10 febbraio
scorso, sempre durante il tavolo, "l'azienda aveva annunciato
una disponibilità a uno studio di sostenibilità, basato sulla
riduzione di produzioni, di personale e di taglio dei costi
delle funzioni (posizioni impiegatizie)".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA