Il teatro come mezzo di
recupero dei detenuti. Mercoledì 26 febbraio, alle ore 10, nella
Casa Circondariale di Ascoli Piceno, andrà in scena lo
spettacolo "Io Pinocchio", restituzione conclusiva di un
percorso di teatro e manualità curato dagli operatori de La Casa
di Asterione: una libera reinterpretazione dello storico testo
di Collodi grazie alla quale i detenuti hanno potuto
sperimentare tecniche di recitazione e interpretazione, oltre
che costruire costumi e scenografie in carta.
Il laboratorio, un angolo di tempo e spazio riservato, sicuro
e libero, ha permesso ai partecipanti di esprimersi, di giocare,
di dare sfogo alla propria creatività e soprattutto di parlare
un po' di sé, di riflettere sulla loro vita oggi e su cosa si
aspettano dal domani. In scena attori senza nessuna esperienza
che hanno scelto di dedicare, con costanza, passione e un
pizzico di follia, le proprie "ore d'aria" alla costruzione di
una rappresentazione semplice ma significativa.
Lo spettacolo è la restituzione finale del progetto "Parole di
Vetro", promosso dall'Ambito Territoriale Sociale XXII che vede
come Comune Capofila il Comune di Ascoli Piceno e che si propone
di consolidare e ampliare l'offerta degli interventi rieducativi
e riabilitativi delle persone sottoposte a provvedimenti
dell'autorità giudiziaria all'interno della Casa Circondariale
di Ascoli Piceno. Il tutto si svolge grazie alla collaborazione
del Direttore della Casa Circondariale di Ascoli Piceno la
Dott.ssa Daniela Valentini e della responsabile dell'Area
Educativa Dott.ssa Cristina Sabatini. Obiettivo principale del
progetto "Parole di Vetro " è quello di migliorare la qualità
dell'esperienza carceraria dei detenuti riducendo il disagio
sociale e individuale connesso con la difficoltà di comunicare,
agevolando il recupero dei soggetti.
"Il carattere sociale di tali iniziative offre ai detenuti
l'opportunità di riabilitarsi, rigenerarsi ed esprimersi" ha
dichiarato il sindaco Marco Fioravanti. "Fondamentale è
l'attività di mediazione culturale, per una maggiore e più
efficace integrazione dei detenuti immigrati" ha aggiunto
l'assessore ai Servizi Sociali, Massimiliano Brugni
Il Coordinatore del progetto Roberto Paoletti, ha concluso:
"Solitamente le parole dette e non dette diventano parole
fragili e appunto 'Parole di Vetro ' e attraverso il Teatro e
altre dimensioni artistiche di mediazione culturale possono
diventare quello spazio e quel luogo dove queste parole prendono
energia e diventano forti e più chiare e vengono rivolte alla
Comunità sia quella interna al Carcere che a quella esterna del
territorio".
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