La Cisl della provincia di
Ascoli Piceno ha chiesto al Governo, alla Regione Marche e alla
direzione dell'Ast di Ascoli di adottare misure immediate per
garantire il rispetto delle normative e tutelare i diritti delle
lavoratrici madri. Una iniziativa che prende spunto dalle
recenti iniziative governative a favore della tutela delle donne
e della maternità che stridono con situazioni locali che
sembrano contraddire questi sforzi.
Secondo Giorgio Cipollini, segretario della Cisl Fp,
l'Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno "non rispetta
le normative a favore delle lavoratrici madri, in particolare
quelle con figli di età inferiore ai tre anni". Cipollini
sottolinea che, nonostante l'introduzione del reato di
femminicidio nel Codice Penale e l'adozione di misure per
supportare la maternità, "l'azienda continua a ignorare le
richieste di lavoratrici che chiedono di poter usufruire di
un'assegnazione provvisoria, come previsto dall'articolo 42 bis
del D.lgs 151/2001, che consente ai genitori con figli piccoli
di lavorare nella stessa provincia o regione del coniuge".
Cipollini denuncia che la Direzione dell'Ast di Ascoli ha
rifiutato ogni richiesta, nonostante la grave carenza di
personale sanitario, e accusa questa condotta di violare
apertamente la legge, vanificando gli sforzi delle istituzioni
per garantire i diritti delle lavoratrici. Quale esempio la Cisl
porta quello di un'infermiera che ha dovuto ricorrere alle vie
legali per ottenere giustizia. "La lavoratrice ha vinto sia in
primo grado che in appello, ma è inaccettabile che un diritto
sancito dalla legge debba essere rivendicato attraverso il
sistema giudiziario" conclude Cipollini.
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