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Vent'anni fa il ritorno del cervo sui monti Sibillini

Vent'anni fa il ritorno del cervo sui monti Sibillini

Rilasciati 79. Ente Parco: "ripristinato l'equilibrio naturale"

VISSO, 10 marzo 2025, 12:54

Redazione ANSA

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Vent'anni fa il cervo tornava a popolare i monti Sibillini dopo quasi due secoli dalla sua scomparsa. Risaliva infatti al 1825 l'ultimo avvistamento documentato con la probabile uccisione nella zona di Cascia degli ultimi due esemplari. Il ritorno di uno dei più grandi ungulati europei ha segnato un momento storico per la natura del Parco nazionale dei Monti Sibillini e l'inizio di un ambizioso progetto di riqualificazione faunistica.
    A ricordarlo, celebrando l'anniversario, è proprio l'Ente parco che ha la sede a Visso (Macerata). Il primo rilascio avvenne nel paesaggio innevato di Castelsantangelo sul Nera, con la liberazione di 15 esemplari provenienti dalla foresta demaniale di Tarvisio. Dieci di loro furono dotati di radiocollare per consentire un monitoraggio costante da parte di esperti e agenti del Corpo forestale.
    "Il ripristino degli equilibri ecologici non è solo una delle priorità del Parco, ma anche un'opportunità per valorizzare il territorio nella sua interezza, dal punto di vista ambientale, storico e culturale. - sottolinea Andrea Spaterna, presidente dell'Ente - La reintroduzione del cervo nei Monti Sibillini rappresenta un successo straordinario, che arricchisce la biodiversità dell'area e consente ai visitatori di vivere l'emozione di ascoltare e talvolta persino osservare questi magnifici animali nel loro habitat naturale, contribuendo a una maggiore sensibilizzazione sulla tutela della fauna selvatica e sull'importanza di un ecosistema in equilibrio". Il progetto, avviato nel 1998 con uno studio di fattibilità, prevedeva il ripristino degli ecosistemi originari e l'arricchimento delle risorse naturali.
    Complessivamente, fino al 2012, sono stati rilasciati 79 cervi, provenienti anche dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, dalla riserva del Monte Peglia e dalla riserva dell'Acquerino. L'obiettivo era ricostituire gli ecosistemi originari, fornendo anche maggiori risorse naturali per carnivori come il lupo e l'orso bruno marsicano, ma anche di valorizzazione socio-economica territorio, per il richiamo turistico legato alla presenza di questo splendido animale. Ora la popolazione del nobile signore dei boschi si è consolidata e in autunno i bramiti, i potenti e suggestivi vocalizzi dei maschi in amore, riecheggiano nelle vallate selvagge dei Sibillini, rievocando l'ancestrale richiamo della natura.
   
   

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