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Ciccioli, 'l'Europa cambi rotta o il declino sarà irreversibile'

Ciccioli, 'l'Europa cambi rotta o il declino sarà irreversibile'

Eurodeputato FdI-Ecr cita crisi industriali che toccano Marche

ANCONA, 13 marzo 2025, 18:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"O l'Europa cambia rotta o il suo declino sarà irreversibile. Dobbiamo difendere il lavoro, la nostra industria, il futuro delle nostre comunità". Così ieri l'europarlamentare FdI-Ecr Carlo Ciccili ha concluso il suo intervento durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo, "invitando tutti a fare i conti con le numerose crisi industriali in atto che sono anche alimentate dalle decisioni che in questi anni si sono prese in Europa".
    "Ho citato tre case history che riguardano le Marche. La prima la Beko Europe, newco turco/americana, - ricorda Ciccioli - che ha annunciato esuberi e chiusure di stabilimenti a Siena e Comunanza, nell'ascolano, quest'ultima decisione sembra essere stata scongiurata grazie al fermo intervento del ministro Urso, che ringrazio. Ma c'è ancora il nodo legato agli esuberi, solo nelle Marche circa 400 tra la stessa Comunanza e il fabrianese nell'area tecnica. Proprio a Fabriano a rischiare di perdere il posto di lavoro sono i 'colletti bianchi' del centro ricerca e sviluppo e non solo. - prosegue Ciccioli - Eppure, la Beko Europe ha annunciato il potenziamento di organico delle stesse funzioni, ma in Turchia. Inaccettabile".
    "Il secondo caso, riguarda la Caterpillar di Jesi che, - scrive Ciccioli - nonostante registrasse buoni utili ogni anno, ha chiuso e trasferito la produzione in Messico.
    "Infine, il Gruppo Fedrigoni che ha dismesso la produzione di carta per ufficio, determinando 194 esuberi. - elenca l'eurodeputato - Ancora una volta, grazie all'intervento del Governo Meloni e della Giunta Acquaroli, si è riusciti a trovare un accordo per salvaguardare la stragrande maggioranza dei posti di lavoro, attraverso ricollocazioni e utilizzo degli ammortizzatori sociali. Dulcis in fundo, però, la Fedrigoni ha sottoscritto un accordo di licenza valido per 5 anni con un gruppo tedesco per autorizzare la produzione e distribuzione della stessa carta per ufficio che a Fabriano non si produce più. Incredibile, ma vero. Queste non sono semplici crisi aziendali, ma il sintomo di un'Europa che non sa più proteggere il proprio tessuto produttivo e occupazionale, e spesso si fa la lotta tra singole nazioni".
    "La verità è che le aziende delocalizzano altrove perché trovano condizioni imprenditoriali migliori: - avverte ciccioli - meno burocrazia, un quadro normativo certo, energia a prezzi accessibili e più incentivi agli investimenti. Credo, allora, che il mantra del 'nessuno dovrà essere lasciato indietro', con il quale la Commissione tenta di rassicurarci da anni, abbia perso ogni fondatezza, perché non solo qualcuno è stato lasciato indietro, ma intere famiglie e territori sono stati travolti da un'ondata di chiusure, delocalizzazioni e licenziamenti. Occorre - conclude - cambiare schema di gioco e farlo anche in fretta".
   
   

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