Più Europa per andare avanti.
Eliminare l'immagine di una "matrigna" che impone leggi e regole
e sostituirla con quella di un'"amica" che può offrire
innumerevoli risorse per affrontare il futuro. Conoscere,
partecipare, progettare. Lo hanno ribadito a Fermo, durante i
lavori della Scuola di Alta Formazione sul'Europa, i presidenti
di giunta e Consiglio delle Marche, Gian Mario Spacca e
Vittoriano Solazzi, e il vicepresidente del Parlamento europeo
David Sassoli, nella giornata conclusiva.
"Stanno accadendo cose importanti, dopo anni di oblio abbiamo
capito che se non ti interessi dell'Europa, questa ti entra,
comunque, in casa. Buona? Cattiva? Siamo in 28 - ha detto
Sassoli - e sono altrettanti i punti di vista. Nel dibattito
italiano degli ultimi mesi, l'Europa viene ancora disegnata come
quella di qualche anno fa. Ma non è così e le superficialità non
sono ammesse. Assumere e avere delle responsabilità è decisivo".
Chiaro il messaggio rivolto ai giovani amministratori che
hanno partecipato alla quarta edizione dell'iniziativa, promossa
dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale con la
collaborazione dell'Anci, e altrettanto chiara la richiesta di
diventare soggetti attivi nella progettazione che sarà alla base
della strategia europea. Riferendosi alle diverse proposte
elaborate dai gruppi di lavoro, Sassoli ha evidenziato che
"dobbiamo mettere in scena l'Europa conoscendo bene meccanismi e
istituzioni, lavorare per correggere le cose che non vanno, a
partire dal pretendere regole certe per tutti. Dobbiamo capire
che un Paese da solo non può competere con la sfida globale. Ma
per fare tutto questo l'Italia deve iniziare a fare sistema,
partendo dalla straordinaria energia che proviene dai territori,
deve rimettere in ordine la macchina, usare meglio le risorse.
Altrimenti si resta fuori".
Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente Rosalba
Ortenzi, che ha focalizzato l'attenzione sugli aspetti salienti
del documento programmatico della Presidenza italiana Ue,
coniugandoli alla realtà marchigiana. "Se intendiamo affrontare
le sfide che il tempo attuale ci impone - ha affermato -,
dobbiamo pensare a costruire un'Europa unita e attiva. Non mi
stancherò mai di dire che questo processo di unificazione deve
trarre forza da un processo di rimodellamento di tutte le nostre
istituzioni, degli enti locali, dell'azione politica nella sua
dimensione più alta".
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