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Saltamartini cita l'Eneide di Virgilio per ricordo Carlo Urbani

Saltamartini cita l'Eneide di Virgilio per ricordo Carlo Urbani

V.presidente, "a un nome così grande nessuna lode sarà mai pari"

ANCONA, 25 marzo 2025, 15:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"A un nome così grande nessuna lode sarà mai pari". Il vice presidente della Regione e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ha citato i versi di Virgilio nell'Eneide, destinate a colui che si fa carico di un destino più grande, per descrivere e ricordare la figura del medico e microbiologo eroe di Castelplanio (Ancona) Carlo Urbani che per primo identificò la Sars in Vietnam nel 2003 e che morì a Bangkok per quella malattia quando non aveva ancora compiuto 47 anni. Oggi il Consiglio regionale ha celebrato Carlo Urbani nella Giornata a lui dedicata e prevista da una legge regionale.
    "Tornano alla mente le parole di Virgilio nell'Eneide, rivolte all'eroe troiano che si fa carico di un destino più grande: 'A un nome così grande nessuna lode sarà mai pari'.
    Questo - ha affermato Saltamartini - possiamo dire per Carlo Urbani: nessun elogio potrà davvero mai restituire il valore del suo gesto, ma il suo nome resterà per sempre scolpito nella memoria della nostra Italia, delle Marche e nella coscienza dell'intera umanità".
    "Pochi giorni fa, il 18 marzo, - ha ricordato - si è celebrata la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus (Sars-CoV-2, ndr), istituita formalmente il 17 marzo 2021. La data scelta è quella in cui nel 2020 i camion militari carichi di bare sfilarono per Bergamo, simbolo indelebile del dolore collettivo provocato dalla pandemia di Covid-19. Oggi ci ritroviamo qui ad Ancona per onorare l'impegno e il sacrificio del dottor Carlo Urbani".
    "L'esperienza vissuta durante la pandemia, - ha detto ancora il vice presidente - ci ha fatto comprendere ancora più a fondo il valore dell'intuizione, del coraggio, dell'impegno e della responsabilità di Carlo Urbani, il medico che per primo riconobbe e contribuì a contenere il coronavirus responsabile della prima epidemia di Sars nel 2003. La Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) fu la prima minaccia globale del XXI secolo. Comparsa nella provincia cinese meridionale del Guangdong negli ultimi mesi del 2002, si diffuse rapidamente".
    "Tra il 12 e il 15 marzo 2003, - ha aggiunto - l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per la prima volta nella sua storia, lanciò un allarme mondiale, raccomandando di rimandare i viaggi da e per le zone colpite. Con straordinaria prontezza e determinazione riuscì ad identificare nel Vietnam un focolaio di polmonite atipica comprendendo che si trattava di una nuova malattia. La sua prontezza clinica e il suo senso di responsabilità lo portarono a segnalare tempestivamente il pericolo e ad agire prontamente. Convinse le autorità vietnamite ad adottare misure drastiche e tempestive, che oggi ci appaiono familiari, ma che allora rappresentavano una svolta decisiva e coraggiosa".
    "Grazie al suo intervento la diffusione del virus fu contenuta, - ha sottolineato Saltamartini - consentendo al Vietnam di annunciare per primo la liberazione dal virus. Un risultato che fu ottenuto ad un prezzo altissimo: quando iniziò ad accusare i sintomi della malattia Carlo Urbani si mise subito in auto isolamento e in un ultimo gesto di dedizione alla scienza e all'umanità chiese ai colleghi di raccogliere i suoi campioni biologici per contribuire alla ricerca sul virus. Il suo sacrificio, nel 2023, ha lasciato un segno profondo nella storia della medicina e nell'impegno civile nel mondo. Per questo il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lo ha definito un 'eroe del mondo'. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che Carlo Urbani è la testimonianza di come il coraggio e la dedizione, anche a costo della proprio vita, possano divenire un esempio per tutti".
    "Oggi in questa Giornata dedicata al grande medico la Regione Marche non solo al medico, - ha concluso - ma all'uomo che con umiltà e determinazione ha saputo incarnare i valori più alti della professione sanitaria e dell'impegno civile, la sua eredità continua a vivere nelle scelte delle Istituzioni, nella coscienza collettiva e soprattutto nella gratitudine di chi, anche grazie a lui, ha potuto essere salvato".
   

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