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"C'era una volta Giulia, la Vestale",
versione "pocket" della celebre tragédie-lyrique "La Vestale" di
Gaspare Spontini, va in scena al Teatro Moriconi di Jesi
(Ancona) dal 16 al 18 marzo per giovani spettatori (e non solo).
La storia di un amore impossibile - quello tra Giulia, la
sacerdotessa custode del fuoco sacro alla Dea Vesta, e il
generale romano Licinio - rivive in 60 minuti di spettacolo
musicale realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini in
coproduzione con il Festival della Valle d'Itria, sulla scia
delle celebrazioni 2024 per i 250 anni del compositore
marchigiano.
Grazie alla rielaborazione musicale della partitura
spontiniana a cura di Gianluca Piombo, la regia e drammaturgia
di Lorenzo Giossi anche protagonista in scena come
attore/narratore, la "Vestalina" è affidata a tre cantanti - il
soprano Louise Guenter nel ruolo di Giulia, il tenore Matteo
Straffi in Licinio, e il baritono Alexander Ilvakhin nella parte
di Cinna e del Sommo Sacerdote - e lo stesso Gianluca Piombo
alla direzione. Suona il Time Machine Ensemble, compagine di
giovani solisti con età media 25 anni.
Nello spettacolo, un giovane archeologo trova, durante una
campagna di scavo, un prezioso reperto. Magicamente personaggi e
oggetti prendono vita e iniziano a raccontare e a cantare la
loro storia: un grande amore, il sacro fuoco di Vesta che non
deve spegnersi mai, un destino crudele e l'inaspettato lieto
fine. "Pensando ai bambini e ai ragazzi ho immaginato un
parallelo con i film di avventura, animali fantastici, 007 e al
celeberrimo Indiana Jones alle prese con un magico tesoro -
racconta il regista Lorenzo Giossi - Immaginiamoci quindi di
entrare in uno di quei bassorilievi bianchi che vediamo
all'interno delle attuali rovine romane e di trovare una
striscia che racconti questa avventura: una sorta di Jumanji
dell'epoca. A un certo punto i personaggi scolpiti si animano e
ci raccontano la loro storia portandoci nel loro mondo".
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