La Germania torna in contrazione ad
aprile, con il suo modello di crescita basato sulle esportazioni
che "sta affrontando alcune sfide serie". Nonostante questo "la
politica tariffaria degli Stati Uniti non ha ancora causato un
crollo importante nel settore manifatturiero. Anzi, i produttori
sono riusciti ad aumentare la produzione per il secondo mese
consecutivo e hanno persino registrato un leggero aumento degli
ordini di esportazione, cosa che non si vedeva dall'inizio del
2022". Così gli economisti della Hamburg Commercial Bank
commentano gli indici Pmi di S&P di aprile. L'indice Hcob Flash
Germany Composite Pmi Output Index è sceso sotto la soglia di 50
a 49,7, in calo rispetto al 51,3 di marzo. La nuova flessione è
stata guidata dal settore dei servizi, che ha visto l'attività
commerciale diminuire per la prima volta dallo scorso novembre e
al ritmo più rapido dal febbraio 2024 (indice Pmi Servizi a
48,8). La produzione manifatturiera è aumentata per il secondo
mese consecutivo, anche se il tasso di crescita è stato modesto
ed è diminuito rispetto a marzo (indice Pmi a 51,6), si legge in
una nota di S&P e della Hamburg Commercial Bank. C'è "la
speranza di raggiungere qualche compromesso con gli Stati Uniti"
ma mostra anche che le destinazioni di esportazione della
Germania sono ben diversificate (il 90% delle esportazioni è
destinato a Paesi diversi dagli Stati Uniti, ricorda una nota).
"Naturalmente, c'è ancora molta incertezza e l'ottimismo sulla
produzione futura ha subito un piccolo colpo" concludono gli
analisti.
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