"I musei non si toccano, no ai
talebani della storia" è lo striscione affisso questa mattina
sulla facciata del Museo Lombroso, a Torino, dopo che il
senatore Saverio De Bonis ha scritto al ministro Franceschini
per chiederne la chiusura. L'iniziativa è di Torino Tricolore ed
è soltanto l'ultima presa di posizione a favore del museo.
Non è la prima volta che il 'museo di antropologia criminale
Cesare Lombroso' si trova al centro di polemiche. Il nome che
porta è quello di un medico dell'Ottocento considerato il padre
fondatore di teorie che accostano la vocazione delinquenziale di
un soggetto alle sue caratteristiche anatomiche. Roba che da
tempo è stata gettata nel cestino delle pseudoscienze, tanto che
gli stessi curatori del museo ricordano che non si tratta di un
omaggio, ma di un tentativo di "fornire al visitatore gli
strumenti concettuali per comprendere come e perché questo
personaggio così controverso formulò l'idea dell'atavismo
criminale, e quali furono i suoi errori". Tutto inutile, secondo
quell'ampia porzione di contestatori (comitati e pagine Facebook
si sprecano) che considerano il 'Lombroso' un rigurgito di
razzismo contro il Mezzogiorno d'Italia.
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