Nel terzo trimestre del 2021,
nonostante le difficoltà di approvvigionamento di materie prime
e semilavorati e l'aumento dei prezzi, le aspettative delle
imprese piemontesi sono ancora favorevoli. Per la stragrande
maggioranza nel 2022 il fatturato crescerà e gli investimenti
resteranno elevati. Solo per un quarto delle imprese però la
normalizzazione dei mercati avverrà entro il primo trimestre del
prossimi anno, mentre oltre un terzo non è in grado di fare
previsioni. Sono le indicazioni dell'Aggiornamento congiunturale
sull'Economia del Piemonte di Banca d'Italia, presentato da
Lanfranco Suardo, direttore della sede di Torino, e da Cristina
Fabrizi, della Divisione Analisi e ricerca economica e
territoriale.
Nel primo semestre, in base all'indicatore trimestrale
dell'economia regionale elaborato dalla Banca d'Italia, il
prodotto interno lordo sarebbe aumentato del 7,7% rispetto al
corrispondente periodo del 2020, ma nel confronto con il 2019
sarebbe inferiore di circa 5 punti percentuali. Un andamento in
linea con quello nazionale. L'indicatore Regio-Coin della Banca
d'Italia, che fornisce una stima dell'evoluzione delle
componenti di fondo dell'economia regionale, è rimasto su valori
elevati.
La ripresa dell'attività ha interessato tutte le dimensioni
di impresa i principali settori, anche se l'entità del recupero
è stata eterogenea. Nell'industria il grado di utilizzo degli
impianti è tornato in media su livelli elevati: l'andamento dei
primi sei mesi è stato migliore nei comparti dell'automotive dei
prodotti in metallo, ma la produzione è cresciuta seppure in
misura contenuta anche nel tessile. Non terziario il
rafforzamento dell'attività si è esteso gradualmente al
commercio, ai trasporti e al turismo. Nelle costruzioni
l'andamento è stato favorevole in tutti i comparti, in
particolare quello residenziale ha beneficiato
dell'accelerazione dei lavori connessi con incentivi fiscali
per le qualificazione energetica degli edifici.
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