Quarant'anni dopo l'assassinio di
Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti
Carraro, il generale e prefetto di Palermo è stato commemorato
questa mattina a Torino, al Comando provinciale dei carabinieri,
in via Valfrè, nella storica caserma 'Pietro Micca', dove Dalla
Chiesa comandò, dal 1973 al 1977, la I Brigata Carabinieri.
Presenti alla cerimonia, oltre al comandante della Legione
Piemonte e Valle d'Aosta, il generale di brigata Antonio Di
Stasio, e al comandante provinciale, il generale Claudio
Lunardo, c'erano anche il questore di Torino Vincenzo
Ciarambino, il prefetto Raffaele Ruberto, il procuratore
generale Francesco Saluzzo. Il sindaco era rappresentato
dall'assessora Gianna Pentenero e il consiglio comunale dalla
presidente Maria Grazia Grippo. Presenti anche Don Luigi Ciotti,
presidente di 'Libera' e il magistrato Gian Carlo Caselli. Una
corona è stata deposta ai piedi della lapide posta in ricordo
del generale. "Credo che il nostro lavoro si possa fare soltanto
con quella fede che Dalla Chiesa ha dimostrato nell'Arma e nei
valori della legalità - ha detto Di Stasio - Una legalità che
dobbiamo sempre difendere, fino all'estremo sacrificio". "Se si
rende lo Stato credibile ai cittadini, la mafia non avrà nessuna
speranza - ha aggiunto il generale Di Stasio - Coinvolgiamo la
gente, le istituzioni, i giovani: questa è l'eredità di Dalla
Chiesa".
"Con la morte di Dalla Chiesa è cominciata la riscossa
dello Stato - ha sottolineato il prefetto - La mafia è in un
angolo, la 'ndrangheta gode di buona salute, ma ora sono ci sono
tutti gli attori in campo per contrastarla".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA