"Ciao mamma, ciao papà, ci vediamo
questa sera. Lei mi sorride sparecchiando la tavola, lui
raccoglie il giornale, saluta e si avvia nella sua stanza a
riposare. Mio fratello è fuori con gli amici. Ultima immagine
della mia vita di ragazza, a tre giorni dai miei 18 anni".
Inizia così 'Una vita giocata' (historica editore) di Daniela
Rossi, storia vera di Nicoletta Amato, una sorta di biografia in
chiave di romanzo diventata, come hanno spiegato autrice e
protagonista al Circolo dei Lettori di Torino, il 10 ottobre, in
uno dei tanti incontri di presentazione del libro in giro per
l'Italia, oltre alla narrazione di un'immensa storia d'amore, il
racconto drammatico e autentico della rovina di una ricca
famiglia a causa del gioco d'azzardo. "Ora il gioco d'azzardo è
una patologia riconosciuta per legge - dice Rossi - ma allora
negli anni '70-'80, era vista come un gioco e basta".
Il romanzo-life imprigiona il lettore dalle prime righe,
portandolo nelle vene della protagonista, bellissima ragazza di
17 anni, residente in una lussuosa villa sul Lago di Como e
accudita da due genitori che immaginano per lei un futuro
altrettanto borghese e patinato. Ma Nicoletta consegna la sua
vita ad un bell'uomo, ricco e famoso stilista italiano residente
a Parigi, tra gli ideatori del Festival di Sanremo, conosciuto
grazie al padre, che un giorno la 'rapisce' per poi sposarla per
costruire con lei una famiglia 'felice' con tre figli. "Felice
sì, e piena di amore anche se rocambolesca e drammatica - dice
la protagonista, finita anche in carcere e in storie di violenza
criminale - durata una vita intera passata nei casinò europei.
Ho incontrato nei privati, uomini famosi, attori, imprenditori,
politici, uno per tutti Yves Montand, che purtroppo non c'è più.
Gente in giacca e cravatta che ai tavoli perde ogni controllo,
suda, piange, perde il senno".
"Una vita giocata" è un libro a quattro mani, opera di una
scrittrice giornalista e psicologa e di una donna che cerca una
sorta di riscatto femminile e umano. Un libro che sembra scritto
per diventare un film, anzi una vita che è una sceneggiatura più
di qualsiasi sceneggiatura scritta per una fiction.
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