"La lettura di questi documenti
assume forma di testamento". Lo ha detto l'imprenditore
testimone di giustizia Pino Masciari, che, audito, in
Commissione Legalità del Comune di Torino, ha letto la notifica
della prefettura di Torino sull'avvio del procedimento di revoca
della scorta deciso dal ministero, una memoria presentata alla
stessa prefettura del capoluogo piemontese. Leggendo la memoria,
Masciari ha aggiunto: "se qualche sentenza dello Stato rimane
inapplicata, quelle della criminalità organizzata prima o poi
vengono eseguite e la decisione della revoca è incauta e
irragionevole e assume il significato di condanna a morte di un
uomo e un padre che ha creduto nello Stato. La nostra vita non
può essere trattata come una pratica amministrativa. Ho già
consegnato la mia vita allo Stato - ha aggiunto in Commissione a
Torino -, se oggi sono diventato un peso per lo Stato e devo
vivere pensando che possa sempre essere l'ultimo giorno, questa
non è vita. Se devo essere l'agnello sacrificale per aver fatto
quello che dovremmo fare tutti, allora significa che ho
sbagliato e mi auguro che lo Stato ci ripensi". Parole
rafforzate dall'avvocato Roberto Catani, secondo cui "dire che
non c'è più un'attualità del pericolo non è veritiero, lui e la
sua famiglia sono costantemente sotto l'attenzione della
ndrangheta", e dal testimone di giustizia Mauro Esposito,
presente in Commissione. "Tutto questo è assurdo. Che dobbiamo
lottare contro lo Stato è una vergogna, il nostro primo nemico è
lo Stato, non la ndrangheta. Lo Stato non rispetta nessun
accordo".
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