"Molti ex Br oggi sanno tutto,
conoscono dettagli e protagonisti. Chiediamo che si superino i
depistaggi, le contraddizioni, i silenzi". E' l'appello che
l'avvocato di parte civile Sergio Favretto ha lanciato alla
vigilia della ripresa dell'udienza preliminare, domani a Torino,
per la sparatoria del 1975 fra brigatisti e forze dell'ordine
alla Cascina Spiotta, nell'Alessandrino. Il legale tutela i
familiari di Giovanni D'Alfonso, l'appuntato dei carabinieri che
perse la vita. Gli imputati sono quattro ex Br: i capi storici
Renato Curcio e Mario Moretti e i militanti Lauro Azzolini e
Pierluigi Zuffada.
"Dall'esposto del novembre del 2021 a oggi - dice Favretto -
sono emersi molti fatti e dati nuovi, prove e indizi, ricerche
del Ris e del Ros, test scientifici e ricostruzioni anche con
droni, intercettazioni e captazioni telefoniche, testimonianze e
documenti che giustificano in pieno il rinvio a giudizio. Il
processo, con il confronto e gli approfondimenti probatori, sono
certo che fornirà ulteriori conferme. Chiediamo che si infranga
l'ultimo diaframma per giungere alla verità di chi sparò, lanciò
le bombe alla Spiotta". "Molti ex brigatisti - è la conclusione
- oggi sanno tutto, conoscono dettagli e protagonisti. Chiediamo
che si superino i depistaggi, le contraddizioni e i silenzi. Ci
sono ancora i familiari di D'Alfonso che chiedono verità".
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