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Cascina Spiotta: pm, sette libri contro gli ex brigatisti rossi

Cascina Spiotta: pm, sette libri contro gli ex brigatisti rossi

Avvocato, "processo è l'opposto delle nozze di Renzo e Lucia"

TORINO, 16 ottobre 2024, 18:06

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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È ripresa stamani a Torino l'udienza preliminare contro quattro ex brigatisti rossi per la sparatoria del 1975 alla Cascina Spiotta, nell'Alessandrino, in cui perse la vita l'appuntato dei carabinieri Giovanni d'Alfonso. Il gup ha respinto una serie di istanze presentate dalla difesa. In proposito, uno degli avvocati difensori, Davide Steccanella, ha commentato che "siamo all'opposto delle nozze di Renzo e Lucia: quel matrimonio non s'aveva da fare, questo processo invece s'ha da fare".
    "Anche se - aggiunge il legale - ci devono ancora spiegare come sia possibile processare una persona già scagionata revocando una sentenza che non si trova". Il riferimento è alla posizione di uno degli imputati, Lauro Azzolini, all'epoca dei fatti militante delle Brigate Rosse, che nel 1987 fu prosciolto in istruttoria: il provvedimento, secondo le indagini di carabinieri e Dda di Torino, ho perduto del 1994 durante l'alluvione che colpì Alessandria.
    Un'altra questione sollevata da Steccanella riguardava le intercettazioni cui è stato sottoposto Azzolini "senza autorizzazione di un gip"nel corso delle indagini.
    Ci sono anche sette libri dedicati alla stagione degli anni di piombo fra gli 'elementi indiziari' presentati dalla Dda di Torino nel processo a quattro ex brigatisti rossi per la sparatoria del 1975 alla Cascina Spiotta. Fra i volumi spiccano quelli firmati da Renato Curcio e Mario Moretti, capi storici dell'organizzazione, che ora sono imputati insieme a due ex militanti. Oggi, alla ripresa dell'udienza preliminare, una parte della discussione, per iniziativa dei pubblici ministeri, è stata dedicata all'analisi di alcuni passaggi dei testi. Le difese hanno eccepito che non è possibile giungere a una dichiarazione di colpevolezza su queste basi. "I pm hanno letto dei brani - ha commentato uno degli avvocati, Francesco Romeo, legale di Moretti - e io invece ne ho letti altri. Non ci si può limitare a estrapolare alcune frasi da un contesto: bisogna fare un ragionamento complessivo, bisogna collegare i vari frammenti e persino i diversi libri fra di loro". Secondo l'avvocato la stessa presenza dei libri in un processo come elemento d'accusa "ci rimanda a un passato poco piacevole".
   

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