È a casa dal 22
novembre, dopo l'ottenimento della grazia parziale del
presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il conseguente
affidamento, per scontare il restante della pena, ai servizi
sociali, dove farà volontariato per un'associazione del
territorio, Agostina Barbieri, 63 anni, finita a processo per
l'omicidio, l'11 luglio 2021 a Borghetto Borbera (Alessandria),
del marito Luciano Giacobone, 64 anni.
In Corte d'Assise era stata condannata a 4 anni e 10 mesi. I
giudici della Corte d'Appello avevano rimandato gli atti alla
Corte Costituzionale per valutare la richiesta della difesa di
concedere le attenuanti per aver agito per motivi di particolare
valore morale e sociale. Corte Costituzionale che, poi, ha
riconosciuto prevalenti sull'aggravante del rapporto di
parentela le attenuanti generiche, della provocazione e per
proteggere il figlio. La donna tra carcere e domiciliari ha
scontato circa un anno.
"Con una giusta decisione finale - commenta il difensore
Lorenzo Repetti - si pone la parola fine a una brutta storia
familiare che ha creato dolore e sofferenza a Tina e,
sicuramente, anche al figlio Andrea. Sono stati lunghi anni di
violenza, infatti, non solo per la Barbieri".
L'11 luglio 2021 nella casa di Borghetto Borbera, dopo aver
sedato il marito, la donna gli ha stretto il collo con lacci da
scarpe. E' stata poi sempre lei ad avvertire i Carabinieri e ad
aspettarli. Negli ultimi tre mesi l'escalation di violenza era,
infatti, diventata insopportabile. La situazione della Barbieri
era nota a Borghetto: a inizio gennaio 2022 agli avvocati -
all'epoca Lorenzo Repetti era affiancato da Silvia Nativi - era
pervenuta una raccolta firme partita spontaneamente dai
compaesani per farle sentire la loro vicinanza anche al figlio
Andrea, non risparmiato dalla violenza del padre.
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