Ergastolo con isolamento diurno.
E' questa la richiesta di condanna avanzata dal pubblico
ministero della procura di Brindisi, Giuseppe De Nozza, nei
confronti di Christian Candita, 24 anni, accusato di omicidio
volontario in concorso del 19enne Paolo Stasi, ammazzato il 9
novembre del 2022 davanti alla sua abitazione a Francavilla
Fontana, in provincia di Brindisi. Per l'uccisione di Stasi in
primo grado è stato condannato dal tribunale di minorenni a 20
anni di reclusione Luigi Borraccino (all'epoca dei fatti aveva
17 anni), ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Candita era
alla guida dell'auto usata per raggiungere l'abitazione della
vittima. Per gli investigatori l'omicidio del 19enne è
riconducibile a un debito di 5mila euro contratto con Borracino
da Stasi e dalla madre, Annunziata D'Errico, per il consumo di
hascisc e marijuana che venivano confezionati ai fini di spaccio
nell'abitazione della famiglia Stasi. La donna ed il figlio poi
ucciso avrebbero consumato la droga, ma l'avrebbero pagata solo
in parte.
Nell'ambito di questo processo davanti alla Corte d'Assise di
Brindisi, lo stesso Borraccino e Candita sono indagati insieme
ad altre persone, tra cui la madre di Stasi, per detenzione ai
fini di spaccio. Il pm ha chiesto l'assoluzione della donna,
ritenendo però, che ci sia una presunta responsabilità morale
della D'Errico per la morte del figlio. De Nozza, per l'attività
di spaccio, ha chiesto una condanna a 7 anni e mezzo di
reclusione per Candita e 10 anni per Borracino
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