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Sanremo fa il record di share, Conti 'mai pressioni'

Sanremo fa il record di share, Conti 'mai pressioni'

Rossi, 'Non è un festival sovranista, pacifica il Paese'

SANREMO, 15 febbraio 2025, 23:23

dell'inviata Angela Majoli

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Sanremo 2025 : i conduttori della Serata dei duetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sanremo 2025 : i conduttori della Serata dei duetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il festival ecumenico di Carlo Conti, che manda in archivio i monologhi divisivi, seppellisce il gossip a colpi di normalità, spazza via i dissing ripulendo l'immagine anche dei rapper maledetti, è entrato già nella storia dell'Auditel: il 70.8% di share centrato dalla gara delle cover è il risultato più alto di sempre. Oltre 13 milioni e mezzo gli spettatori, per una media di 12,3 milioni con il 65.4% di share su quattro serate. Risultati che premiano uno show senza eccessi né polemiche, una formula che - ribadisce il direttore artistico - non è frutto di una scelta politica né di pressioni esterne. "Ho cercato di fare un festival come gli altri tre, che risalgono ad altri mondi: la Rai è sempre quella, il faccio il giullare e grazie a Dio non ho mai avuto pressioni o indicazioni come fare il festival", dice con forza Conti. "Ho cercato di fare il festival della canzone, come nelle precedenti gestioni.
    Poi possono accadere incidenti di percorso, più o meno gravi, che da professionista devi risolvere, come hanno sempre fatto i miei predecessori, Baudo, Mike, Amadeus. Noi non li cerchiamo, ciascuno di noi vorrebbe solo l'attenzione sulle canzoni. Per ora è andato tutto molto liscio", sorride facendo gli scongiuri.
    Con la serata di venerdì "ho coronato due sogni: c'erano un mito della mia infanzia, Topo Gigio e uno dei miei inizi, Roberto Benigni", racconta. Scherza sul collana-gate di Tony Effe: "Trovo divertente che abbia detto che se non gli facevano indossare la collana dovevo cantare io. Mi stavo esercitando, ero pronto". E poi: "Premettendo che penso di essere il più 'asocial' del mondo, e quindi non seguo niente, non seguo tutto quello che succede fuori, credo faccia parte della forza del Festival e sia servito negli anni a farlo crescere, il fumo il polverone che si crea intorno".
    E incassa il pieno appoggio del vertice dell'azienda: "Quest'anno si è tornati all'idea di un festival tradizionale, momento di unione e non di divisione, racconto collettivo e non di conflitto", è il plauso dell'amministratore delegato Giampaolo Rossi. Un'edizione sovranista? "No, non esiste nulla di tutto questo, è un festival che pacifica il paese. E lo dimostrano gli ascolti, i risultati al di sopra di tutte le aspettative. Certo, c'è ancora un 30% di popolazione italiana che dobbiamo conquistare, non disperiamo di farlo", replica l'Ad, festeggiando "il ritorno a casa" di Roberto Benigni, che il 19 marzo sarà su Rai1 con lo show Il Sogno. Anche per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sanremo quest'anno "esprime al meglio i nostri valori, coniuga identità e innovazione". Per il gran finale, Conti ha voluto accanto a sé Alessandro Cattelan, reduce dal Dopofestival, e Alessia Marcuzzi, ma ha richiamato anche Bianca Balti, che parteciperà alle premiazioni, e Mahmood, con il nuovo singolo in anteprima, Sottomarini. Sul palco Antonello Venditti per il premio alla carriera e Edoardo Bove, il 22enne centrocampista della Fiorentina operato per l'applicazione di un defibrillatore dopo un malore in campo.
    "Verrà a raccontare come sta vivendo questa fase e quali speranze ha per il futuro. Certo, se non mi porta la maglia della Fiorentina...", sorride il direttore artistico, storico tifoso viola. Sul futuro del festival pesa l'incognita della gara, dopo la sentenza del Tar della Liguria che ha dichiarato illegittimo l'affidamento diretto alla Rai: "Non abbiamo nessun progetto di fare il festival in un'altra location che non sia Sanremo. Oltre ad aver presentato ricorso contro la sentenza del Tar, immediatamente dopo la chiusura di questa edizione proporremo una nostra proposta autonoma al Comune, sulla falsariga dell'attuale convenzione", con l'obiettivo di "fare un accordo direttamente con il Comune", ripete il direttore Intrattenimento Prime Time Marcello Ciannamea. "Siamo convinti che il Festival debba restare in casa Rai", poi "se ci sarà la gara, è evidente che parteciperemo". È netto l'Ad Rossi: "Il futuro del festival noi lo immaginiamo qui, per noi il festival è il festival di Sanremo. E dico il nostro festival".
   

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