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Fidanzati uccisi: Pg,ergastolo a Dessena

Fidanzati uccisi: Pg,ergastolo a Dessena

Cagliari, si torna in aula il 22 marzo per repliche e sentenza

CAGLIARI, 04 marzo 2016, 20:22

Redazione ANSA

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"Chiedo la conferma di quanto deciso nel processo di primo grado".

Il sostituto procuratore generale della Corte d'assise d'appello di Cagliari, Gian Carlo Moi, ha così sollecitato la conferma dell'ergastolo inflitto ad Andrea Dessena, il 26enne di Orosei (Nuoro) accusato del duplice omicidio dei fidanzati di Irgoli (Nuoro), Mario Mulas e Sara Cherchi, uccisi a fucilate il 3 settembre 2008 davanti alla loro abitazione.

La Cassazione aveva annullato il precedente ergastolo inflitto nel 2013 dalla Corte d'assise d'appello di Sassari e oggi, terminato il processo-bis di secondo grado davanti ai giudici cagliaritani, si è conclusa la discussione. Interventi appassionati e contrapposti quelli del pubblico ministero, che ritiene provata la responsabilità penale dell'imputato, e della difesa convinta, invece, dell'innocenza di Dessena. La Corte presieduta da Grazia Corradini tornerà a riunirsi il 22 marzo per le repliche: se non ci saranno, la giuria si riunirà in camera di consiglio per la sentenza.

Nella sua lunga requisitoria, il Pg ha elencato gli indizi raccolti e le testimonianze che legano Dessena al delitto. In particolare le parole commosse del padre di Sara Cherchi, ex brigadiere dei Carabinieri. Il militare, davanti ai giudici, aveva ripetuto con precisione di aver visto la figlia qualche ora prima che la uccidessero, e di aver anche ricevuto alcune confidenze (indicando da chi) qualche giorno dopo l'omicidio.

Confidenze che puntavano l'indice contro Dessena, svelando tra l'altro una furiosa litigata avvenuta qualche giorno prima tra il presunto omicida e il fidanzato della figlia, poi ucciso nell'agguato. Un racconto non confermato in aula dal testimone indicato dall'ex brigadiere, ma ritenuto molto credibile dal magistrato inquirente, che alla fine della sua ricostruzione ha dunque ribadito la richiesta dell'ergastolo. Il movente - per quanto si parli solo di indizi - sarebbe stata l'intenzione di lavare un'onta di poco conto: il furto di un'auto.

La Corte d'assise d'appello di Sassari aveva confermato il massimo della pena per l'imputato, ma la decisione era stata annullata dalla Cassazione che aveva ordinato un nuovo processo per l'esame di alcuni punti rimasti poco chiari. Anche l'avvocato di parte civile, Gianluigi Mastio, ha chiesto oggi la conferma dell'ergastolo. Mentre l'avvocato difensore, Antonino Rossi, ha sollecitato l'assoluzione sottolineando l'assenza di prove oggettive e di un vero movente.

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