Quattro manager di aziende che operavano all'interno dell'ex polo petrolchimico di Porto Torres andranno a giudizio per l'inquinamento alla diossina del tratto di mare che bagna le coste della zona industriale, proprio davanti al paradiso naturale protetto dell'Asinara. Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con cui il gip del Tribunale di Sassari, il 6 marzo di quattro anni fa, aveva prosciolto gli imputati dalle accuse di inquinamento ambientale e disastro colposo.
Per questo reato la Corte costituzionale ha allungato i termini di prescrizione portandoli da 6 a 12 anni: così saranno chiamati nuovamente davanti al giudice Diego Carmello, 69 anni, all'epoca dei fatti legale rappresentante della Ineos Vinyls Italia; Francesco Apeddu, 70 anni, fino al 2006 direttore di stabilimento Ineos a Porto Torres; Guido Safran, 72 anni, ex rappresentante legale della Sasol; Gian Franco Righi, 52 anni, ex rappresentante legale Syndial.
Dovranno difendersi dall'accusa di disastro colposo causato dalla diossina riversata in mare delle industrie che operavano a Porto Torres. Diossina che era stata ritrovata nei pesci del tratto di acque davanti alla Marinella. Sulla base di quelle analisi il sostituto procuratore Michele Incani aveva avviato un'inchiesta e si era poi aperto il processo, chiuso nel 2014 con l'assoluzione degli imputati. Verdetto cancellato ora dalla Cassazione, che richiama alla sbarra i presunti responsabili.
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