"Sul piano di recupero delle prestazioni sanitarie ordinarie dalle liste d'attesa generate dal Covid si è operato con inefficienza e criteri incomprensibili". Lo dice Salvatore Sanna, presidente dell'Acli di Sassari e responsabile regionale di AcliSalute. "Siamo alla quarta ondata e si sta ancora rimediando alle prestazioni sanitarie della prima", insiste Sanna, per il quale "la trasformazione dei reparti ospedalieri in reparti Covid produrrà un ulteriore peggioramento".
Secondo Sanna "i tempi sono il termometro dell'inefficienza della Regione, abbiamo aspettato oltre un anno e mezzo con un sistema sanitario paralizzato e cinque mesi per dare operatività a quanto deciso con Ats". Il dirigente Acli rileva poi che "già a luglio 2020 abbiamo chiesto prestazioni aggiuntive di cura e diagnosi, ma le risorse sono state distribuite con criteri incomprensibili, mentre si sarebbe potuto scegliere per esempio di operare su base territoriale, in base alla popolazione o agli effetti del Covid".
Alla protesta si accoda anche Luciano Turini di Acli Assoconfam. "Regione e Ats hanno distribuito le risorse aggiuntive in base alle strutture private e non ai bisogni dei cittadini, ma così si allarga il divario tra i diversi territori", dichiara prima dare qualche dato. "A Cagliari va il 60% delle risorse, quasi l'85% con Oristano - dichiara - mentre a Sassari, Olbia e Nuoro, ossia quasi la metà della popolazione sarda, poco più del 15%".
Secondo Turini "questo non ha niente a che vedere col riequilibrio delle risorse su cui si era impegnato a gennaio il presidente Solinas". Per Sebastiano Sanna, segretario regionale di Acli Anziani e Pensionati, "pagheranno anziani e malati cronici, che usano la maggior parte delle prestazioni sanitarie e necessitano di visite ed esami diagnostici rapidi".
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