Dodicimila precari della
scuola, secondo in Cobas, in tutta la Sardegna. Oltre cinquemila
solo nella zona di Cagliari con 2800 supplenti che hanno
lavorato e forse altrettanti che ancora aspettano e sperano.
Questa mattina i docenti sono tornati alla carica con una
manifestazione davanti all'Ufficio scolastico regionale. Con i
Cobas anche i movimenti "Precari sardi in cattedra" e
"Educazione senza prezzo".
Una delegazione è stata ricevuta dal direttore scolastico
regionale Francesco Feliziani. All'ordine del giorno del
confronto la richiesta del doppio canale di immissione in ruolo,
le nuove regole concorsuali (nel mirino le procedure
automatizzate di reclutamento), i titoli abilitanti, la nuova
norma che permette di confermare i docenti di sostegno su
richiesta delle famiglie, la gestione dei permessi di studio.
"Si fanno i concorsi - spiega Andrea De Giorgi, Cobas - e i
partecipanti non sanno nemmeno qual è la loro posizione: vengono
pescati dall'algoritmo man mano che si libera un posto. Qui la
regola sembra essere quella del precario per sempre. E invece
noi chiediamo che dopo tre anni di insegnamento ci sia
l'immissione in ruolo. Perché non è possibile che abilitati,
idonei e persino docenti di ruolo siano o rischino di essere
precari. Per il reclutamento manca la trasparenza".
L'incontro "è stato utile - aggiunge De Giorgi - anche se poi
su alcune questioni la competenza degli uffici scolastici è
limitata". Anche per questo sindacato e movimenti stanno
pensando a una manifestazione davanti al ministero. E comunque
al coinvolgimento di comuni e Regione.
Il 7 maggio è in programma uno sciopero nazionale di Cobas. E
quel giorno verrà nuovamente affrontato il tema dei precari. "Un
incontro molto sereno - ha detto all'ANSA il direttore
scolastico Feliziani - durante il quale abbiano fornito
chiarimenti sugli argomenti che riguardano le nostre competenze.
Per gli altri è necessario eventualmente trovare soluzioni ad
altri livelli. Ma in generale mi sembra in generale che si stia
andando, anche attraverso i concorsi e le graduatorie, verso la
stabilizzazione, non certo verso la normalizzazione del
precariato. Certo, si fa quello che le norme consentono di fare.
Ma il percorso mi sembra chiaro e ben delineato".
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