Cagliari a un passo dal
traguardo: salvezza non ancora matematica, ma la certezza
potrebbe arrivare già sabato prossimo dalla gara alla Domus con
l'Udinese. Una vittoria, quella di Verona, che porta la firma,
forse non a caso, dei due capitani. Pavoletti in primis: è lui
che ha sbloccato la gara. Ed è lui che in qualche modo ha dato
alla squadra quel carattere che rischiava di mancare con
l'assenza in difesa di Mina. Lo aveva detto anche da poco: "Mi
auguro di poter segnare un gol salvezza". E sono state parole
profetiche. Chiuso da Piccoli, ieri assente per squalifica,
Pavoletti al Bentegodi ha giocato la prima partita da titolare
della stagione. Ed è stato decisivo indirizzando con il suo gol
l'andamento della gara.
L'altro protagonista, Deiola, il vicecapitano. Non è un
titolarissimo: spesso in questo campionato nelle rotazioni è
stato costretto a partire dalla panchina. Ma quando nel recupero
si è trattato di accompagnare il contropiede di Gaetano, lui era
lì, sul secondo palo, pronto per il gol della sicurezza dopo una
corsa da un'area all'altra.
Un due a zero che porta il Cagliari a più otto dalle due
penultime Venezia ed Empoli. E a più sei dal Lecce. Distanze
difficili da colmare a quattro giornate dal termine. Il Cagliari
tra l'altro sullo slancio ha superato anche Verona e Parma
sistemandosi al quattordicesimo posto. Una (quasi) salvezza che
è passata soprattutto attraverso gli scontri diretti: sette
vittorie su otto sono arrivate proprio contro le rivali nella
lotta per non retrocedere. Ieri la conferma contro il Verona,
giá battuto all'andata.
Un successo al Bentegodi che, tra l'altro, in serie A mancava
da oltre mezzo secolo: era il 1972. L'ultima volta a Verona era
stata in B ventuno anno fa: 2-1 con reti di Esposito e Suazo.
Una vittoria in qualche modo storica. E che spazza via dubbi e
paure.
Con una vittoria sull'Udinese (ma non devono fare tre punti
le squadre che stanno sotto) il Cagliari potrebbe essere già
salvo da domenica, alla quartultima di campionato. Nicola giá
proiettato alla gara di sabato: "Non è finita, ora bisogna
completare l'opera. Sappiamo di avere fatto un bel passo ma
ancora non siamo salvi"
Riproduzione riservata © Copyright ANSA