Ha debuttato con successo "Il barbiere di Siviglia" di Rossini, ieri sera al Teatro Massimo.
In questa edizione proveniente da Verona i personaggi sono tutti un po' Rossini, molto tondi in una versione extra large, sia in scena sia nei filmati dei cartoon realizzati da Joshua Held.
Tutti i personaggi sono emanazione di Gioacchino Rossini, disegnati come figure di Botero, ma il risultato è quello di perdere l'individualità e il gioco, divertente quanto si vuole, finisce con l'appiattire tutti verso il filmato. E' vero che nemmeno Walt Disney ha diretto cartoon della durata di tre ore e 10 m. e il rischio di distogliere l'attenzione dalla musica è sempre presente. Ma in tempi di strapotere del teatro di regia non ci si stupisce più. Un'ovazione ha accolto i due protagonisti palermitani: il baritono Vincenzo Taormina nel ruolo di Figaro e Chiara Amarù che interpreta Rosina, che hanno superato la difficile prova di cantare dentro costumi in gomma piuma e con parrucche in materiale plastico. Non ci sono scene ma un grande schermo che proietta cartoni animati, in sincrono con la musica. Nel finale sullo schermo arrivano Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Luciano Pavarotti e Giovanni Allevi, tutti per applaudire la sorpresa della serata: cantanti che recitano, che hanno una naturale vis comica. Nel ruolo di Don Bartolo c'è il nisseno Marco Filippo Romano, mentre il conte d'Almaviva è il tenore sudafricano Levy Sekgapane, che torna a Palermo dopo "L'Italiana in Algeri" del 2017. Nel cast anche Carlo Lepore, Piera Bivona, Tommaso Barea. Sul podio al debutto a Palermo un direttore di prim'ordine, Gianluca Capuano, che suona anche il cembalo che accompagna i recitativi. Repliche fino al 28 settembre, in alternanza con "La traviata".
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